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Aborto: è ancora possibile abolirlo?

Il Comitato No194 rilancia la raccolta di firme per un referendum abrogativo

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Leggi come quella sull’aborto o come quella, molto più recente, sulle unioni civili, hanno in comune un elemento: sono leggi laiciste, prodotto di una cultura ormai predominante nel paese. In nome di una laicità male interpretata sono stati commessi crimini contro degli innocenti, proprio come durante il nazismo e il comunismo.
Come riportare in auge, dunque, dei principi cristiani (ancorché già validi per la sola ragione e laicamente accettabili)? Eventi come il Family Day suggeriscono la via della piazza e della mobilitazione dell’opinione pubblica. Altri ambiti dell’opinione pubblica premono per la rinascita di un “partito cattolico”. C’è anche chi sta cercando di rilanciare la via referendaria, nel caso specifico riguardo alla legge 194, a più di 35 anni dal fallimento del referendum abrogativo sull’aborto. È il caso del comitato No 194, presieduto da Pietro Guerini.
Anche No 194 è più volte sceso in piazza ma sempre con finalità referendaria. “La nostra non è una piazza fine a se stessa – spiega Guerini a Zenit -. Non è manifestando in 20mila contro una legge quasi quarantennale che si può indurre il Parlamento ad abrogarla. Non è portando in piazza 2 milioni di persone (e il Family Day è stato comunque un’ottima manifestazione), che si è potuto impedire al Parlamento di approvare la legge Cirinnà, in quanto il Parlamento ha sempre dimostrato e continua a dimostrare di essere totalmente autoreferenziale e di non dare alcun peso alle manifestazioni di piazza di area cattolica”.
La seconda via è quella della creazione di un “partito cristiano”, che superando la soglia di sbarramento, sia in grado di affermare i propri valori in Parlamento. Per Guerini rappresenta “una via sicuramente valida in sé, anzitutto perché parte dal presupposto del fallimento della piazza, in secondo luogo perché è una iniziativa coraggiosa e le iniziative coraggiose vanno sempre apprezzate. Però è una via assolutamente velleitaria perché il nostro Parlamento è assolutamente laicista”, ha aggiunto il presidente del comitato No 194.
La via suggerita da Guerini, come accennato, è quella referendaria. Per questo il comitato 194 ha sostenuto il SI all’ultimo referendum costituzionale. La riforma, respinta il 4 dicembre con il 59% di NO, prevedeva, infatti, per lo svolgimento del referendum abrogativo, accanto alla già vigente raccolta di 500mila firme e il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto, una nuova soglia di 800mila firme, con un relativo abbassamento del quorum al 50% + 1 dei votanti alle precedenti elezioni politiche. In tal caso, per abrogare la legge 194, sarebbe bastato il 16% di sì, con il 15% di no e il 69% di astenuti, quadruplicando la possibilità di vittoria.
Il comitato No 194, tuttavia, ancora spera e, oltre a tenere aperte le iscrizioni sul sito www.no194.org, punta a raccogliere in tre mesi le firme necessarie per un referendum abrogativo. “Non è impresa impossibile – sostiene Guerini – raccogliere 500mila firme o, meglio ancora, 800mila, perché, se è possibile radunare insieme 2 milioni di persone a Roma lo stesso giorno, non è impossibile raccogliere le firme necessarie in tre mesi in tutta Italia”.
Quella portata avanti da No 194 è una battaglia aconfessionale: “Alcuni nostri iscritti sono atei e condividono tra loro un principio ineccepibile: non è giusto che un concepito possa essere soppresso legalmente”, sottolinea Guerini.
“Ho fondato il comitato NO194 nel 2009 da solo – racconta – con lo scopo di abrogare per via referendaria la legge 194 che ha legalizzato l’aborto volontario nel 1978. Oggi puntiamo anche ad essere un punto di riferimento per abrogare con il medesimo mezzo le altre leggi laiciste. Siamo l’unica forza referendaria del mondo cattolico”.
Guerini afferma che, “nonostante le difficoltà divulgative ed operative”, per il comitato non sono mancate “soddisfazioni” sia a “livello pubblico” che a “livello privato”, con molte donne “che abbiamo convinto con il nostro messaggio a portare a termine la gravidanza. La componente femminile è in forte crescita nel nostro comitato”, spiega il fondatore di No 194.
Tra le attività di No 194, che si presenta come soggetto apartitico, figurano i cortei (quest’anno se ne sono tenuti due a Milano e due a Caserta), poi, in altre due occasioni le 9 ore nazionali di preghiera a Bologna (giugno e dicembre), oltre alle 9 ore regionali all’esterno degli ospedali il primo sabato dei mesi dispari e le adorazioni eucaristiche il primo sabato di quelli pari.

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Maria Luisa Spinello

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