A ventiquattro ore dalla convocazione della Costituente del Popolo della Famiglia, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli ribadisce la propria “unità di intenti, la comunione e l’amicizia tra tutti i suoi membri”.
A seguito della fondazione del movimento politico Il Popolo della Famiglia, che già sta proponendo numerose candidature a sindaci in tutta Italia – a partire da Mario Adinolfi a Roma – in un comunicato, il Comitato, di cui anche Adinolfi è membro fondatore, riferisce la propria volontà di proseguire la sua “azione di rappresentanza del popolo che crede nei valori della famiglia naturale e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà”.
Al tempo stesso il Comitato precisa che il Popolo della Famiglia, pur riconoscendosi nei valori espressi dal Family Day, “non va considerato come espressione politica diretta del CDNF”. La Costituente del Popolo della Famiglia è convocata per domani, alle ore 15, al Palazzetto delle Carte Geografiche, in via Napoli 36, a Roma.
Tra i membri del Comitato Difendiamo i Nostri Figli c’è, come Simone Pillon, temporeggia sulla partecipazione alla Costituente: “Non ho ancora deciso se andare o meno, penso che lo deciderò domani mattina”, ha dichiarato l’avvocato ad Intelligonews.
Secondo Pillon, la sfida urgente è ora quella di fermare le unioni civili alla Camera. “Dobbiamo continuare la collaborazione con le forze politiche che si sono messe a disposizione per tutelare il diritto dei bambini e fermare le proposte di modifica della legge adozioni – scrive il giurista sul suo profilo Facebook -. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione nel Paese sul rischio di politiche contrarie alla dignità umana come utero in affitto ed eutanasia”.
L’auspicio di Pillon è per la nascita di “un grande movimento di popolo che fermi le riforme costituzionali, vera anticamera dello Stato assoluto”, parallelamente alla raccolta di “milioni di firme per la petizione europea sulla famiglia naturale”: un lavoro che dovrà “congregare persone, associazioni e corpi intermedi”.
Lo sforzo promesso per tali istanze sarà profuso da Pillon “restando nel CDNF e mantenendo piena comunione e stretto contatto col PDF per raccogliere con tutta l’efficacia possibile questa immensa sfida”.
Per Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia, “inizia una fase 2 del Comitato Difendiamo i Nostri Figli”, in cui serve “forza e coraggio” sia per “chi lavora per rinforzare in Parlamento un avamposto saldo contro lo sfascio generale del bene comune”, che per chi dovrà “nei prossimi mesi lavorare per ricompattare una base sociale, culturale, intellettuale, professionale, civica e morale sana che promuova e rilanci le ragioni di quello stesso bene comune”, scrive Savarese sul suo profilo Facebook.
Nel fondo pubblicato a quattro mani su La Croce di oggi, il direttore del quotidiano, Mario Adinolfi, e il presidente dei Giuristi per la Vita, Gianfranco Amato, spiegano le motivazioni della loro “discesa in campo” con il Popolo della Vita.
In uno scenario politico italiano in cui, la proliferazione di leggi anti-vita ed anti-famiglia è ormai fuori controllo e in cui il ddl Cirinnà sulle unioni civili è stato approvato a un anno di distanza dal “divorzio breve”, e con vari progetti di legge sull’eutanasia e sulle droghe libere ai nastri di partenza, Adinolfi e Amato sollevano un “problema di rappresentanza”.
Se le suddette leggi sono state approvate, nonostante la presenza in Parlamento di numerosi cattolici, ciò vuol dire, sottolineano i fondatori del Popolo della Famiglia che i due milioni scesi in piazza lo scorso 30 gennaio al Circo Massimo sono un popolo che non è stato “rappresentato in queste decisioni”.
Di qui l’idea di fondare un movimento politico, che debutterà alle elezioni amministrative del prossimo giugno, che senza compromessi, difenda “valori forti”, a partire dal “diritto primigenio di ogni figlio, quello di avere una mamma e un papà”, dal mantenimento delle feste natalizie e pasquali e del crocifisso a scuola, fino all’opposizione dei corsi gender per bambini di soli cinque anni.
“Quel popolo si è manifestato come grande novità al Circo Massimo – aggiungono Adinolfi ed Amato – e, a partire da quell’appuntamento, nel Paese tutto. Veniva dato per disperso e ormai irrilevante il popolo cattolico nell’agone pubblico. Qualcuno gioiva per averlo marginalizzato e reso innocuo. Altri lo davano per definitivamente addomesticato”.
Non aderirà, invece, al nuovo soggetto politico Alleanza Cattolica, presente nel Comitato Difendiamo i nostri figli fin dalla sua fondazione e ora con due esponenti nel comitato nazionale.
Pur avendo a suo tempo auspicato la nascita di un “partito delle famiglie”, il viceresponsabile nazionale di Alleanza Cattolica, Massimo Introvigne, aveva però posto tra le condizioni la “possibilità di aspirare al governo del Paese e non a uno zero virgola o a un due per cento che non risolverebbero i problemi di rappresentanza politica di un’area ampiamente orfana”.
Inoltre, Introvigne rigetta l’idea di un “partito di scopo”, tantomeno di carattere “confessionale” o legato esclusivamente ai movimenti cattolici, sollecitando invece l’elaborazione di “un programma dettagliato, non limitato ai soli riferimenti ai grandi principi o alla dottrina sociale della Chiesa, su tutto quanto un governo deve fare in campi come la politica estera, l’immigrazione, il lavoro, le banche, la giustizia, la corruzione”.
Pur confermando “la stima e l’amicizia per alcune delle persone coinvolte”, il numero due di Alleanza Cattolica ritiene che il Popolo della famiglia non nasca “con alcuna di queste tre caratteristiche” ed offra piuttosto una “risposta sbagliata e destinata all’insuccesso a un problema reale”.
“Bene ha fatto dunque il comitato Difendiamo i nostri figli a prendere le distanze dal nuovo movimento e bene farebbero i suoi promotori ad autosospendersi dal comitato per evitare equivoci”.
Comitato e Popolo della Famiglia: due cammini paralleli e in armonia
Domani la Costituente del nuovo progetto politico lanciato da Adinolfi ed Amato. Alleanza Cattolica prende le distanze. Intanto si lavora per fermare le unioni civili alla Camera