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Michel Roy: “Un regalo per il Papa? Aiutare i poveri…”

Il segretario generale di Caritas Internationalis traccia un bilancio dell’ultimo anno di attività caritative messe in atto da Francesco

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Per gli 80 anni di papa Francesco, quale miglior regalo di continuare a realizzare il suo desiderio di una Chiesa “povera per i poveri”? A suggerirlo è Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, che ricorda quanto espresse il Santo Padre in occasione della sua prima udienza ai giornalisti, il 16 marzo 2013, discernendo così delle “linee guida” per il pontificato.
Tuttavia, questa formula di papa Francesco – “una Chiesa povera per i poveri” – non è sempre compresa in tutta la sua profondità. Roy osserva che si tratta di “un invito a riconoscerci tutti poveri, imperfetti, e, anche se abbiamo un sacco di soldi, a riconoscere le nostre forme di povertà, a interrogarci sulle nostre povertà”.
È anche un invito a riconoscere che “ogni persona umana ha un valore agli occhi di Dio”. “Gesù è stato vicino agli esclusi, ai ciechi” e ha chiamato “ricchi” come Matteo o Zaccheo a seguirlo.
Pertanto, spiega ancora Roy, “la Chiesa non può costruire se stessa senza i poveri”. “Quando, in una comunità cristiana, si fa posto a chi soffre, la comunità si arricchisce. Una Chiesa povera per i poveri si volge verso l’essenziale. Essa non sarà mai ‘contro i ricchi’. Ci sono persone ricche che condividono ciò che hanno, donano molto per permettere a tutti di vivere meglio. Scelgono un impoverimento volontario”.
Papa Francesco offre una parola “forte” in favore dei poveri e dei sofferenti, dando così una “linea” del suo pontificato, del suo insegnamento ai sacerdoti e ai vescovi, ai quali lui stesso raccomanda di portare “l’odore delle pecore”, perseguendo una Chiesa “accogliente”. Questo messaggio, il Papa lo sviluppa, in mondo puntuale, anche nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, nell’enciclica Laudato si’ e tutto l’Anno della Misericordia è andato in questa direzione, osserva Roy: un anno perché si manifestasse una Chiesa “vicina ai sofferenti” e ai “poveri”, da tutti i punti di vista”, non solo per quanto riguarda la povertà materiale.
Inoltre, ricorda il segretario generale di Caritas Internationalis, il Giubileo è stato coronato dall’istituzione della Giornata Mondiale dei Poveri, da celebrare la 33° domenica del tempo ordinario, per trovare “una volta l’anno, il tempo di interrogarsi, di vedere dove sono i poveri”, in modo da “fare il punto della situazione ed impegnarsi”. In Francia non vi sarà soltanto una giornata come quella tradizionalmente dedicata al Soccorso cattolico, considerato spesso come un “appello alla raccolta fondi” quando, in realtà, è soprattutto l’occasione per “fare una pausa”, per “guardarsi attorno ed agire”.
La seconda componente è proprio l’azione di papa Francesco, i suoi “gesti”, ovvero i “segni” che “fanno la differenza”. Roy cita quindi il viaggio a Lampedusa, i suoi pranzi nelle diocesi d’Italia, con i più poveri, le persone disabili o vulnerabili e i “venerdì della misericordia”, tenutisi per tutto il Giubileo, laddove era “inatteso”: la sua visita ha suscitato sorpresa e gioia, come è avvenuto nella Comunità L’Arca di Jean Vanier.
È anche il senso del viaggio al campo profughi di Lesbo, assieme al patriarca ecumenico Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene, Hieronymus, da dove il Papa è tornato con alcune famiglie di rifugiati, con i documenti già pronti.
Il 22 giugno scorso, un gruppo di 15 rifugiati è venuto a partecipare all’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, con la Caritas di Firenze, ricorda ancora Roy. Nel corso di un Angelus domenicale, il Papa ha anche chiesto di aprire le porte ai rifugiati, esortando le comunità cristiane e alle parrocchie di organizzarsi. Così è stato fatto ma, talvolta, a causa della mancanza di autorizzazione governativa, i rifugiati, non sono mai arrivati, osserva il Segretario Generale di Caritas Internationalis.
Il Papa ha poi partecipato – in Bolivia e a Roma – agli incontri dei Movimenti Popolari, che sono “espressione organizzata di movimenti sociali rappresentati dai poveri”.
Di recente, ha ospitato il pellegrinaggio dei senza fissa dimora “Fratello”, nell’ambito del Giubileo della Misericordia.
Questi messaggi del Papa e i suoi gesti sono inviti ad un “rinnovamento del mondo, a partire da coloro che soffrono”.
Michel Roy evoca un altro segno testimoniato martedì scorso: sotto gli occhi di tutto il mondo, al refettorio di Santa Marta, papa Francesco ha fatto colazione con i clochard, “in famiglia”, come fratelli e sorelle. E anche stavolta non ha fatto eccezione: “Era a casa con la sua ‘famiglia’: questo è il nostro Papa”, afferma Roy, osservando che era il giorno del suo 47° anniversario di ordinazione sacerdotale, pochi giorni prima del suo compleanno, celebrato sabato 17 dicembre.
Tra gli altri gesti messi in atto da papa Francesco quest’anno, Michel Roy ricorda la colletta organizzata nelle parrocchie d’Europa per l’Ucraina, con la quale è stato costituito un fondo per aiutare le popolazioni.
“La lista è molto lunga”, aggiunge Roy. E il Papa agisce “sempre con semplicità e con una forza che tocca, un modo di essere, di parlare, che trasforma la Chiesa, la chiama a trasformarsi, in modo da essere ancora più vicina ai poveri e ai sofferenti”.
A piazza San Pietro, numerosi sono i gesti di papa Francesco e della sua elemosineria, sotto la responsabilità di monsignor Konrad Krajewski, con la distribuzione non solo di ombrelli o coperte ma di docce, di botteghe da barbiere, una passeggiata con lui, un’uscita al mare in pullman quest’estate o una visita in Vaticano.
Tanti “segni”, insiste Michel Roy, per “fare più posto ai poveri”, mostrano che sono “importanti” per tutto il mondo “per l’incontro con le mentalità moderne”, che li “rifiuta” o li “ignora”. Tutti segni di un “Vangelo in azione”.
Per Michel Roy, l’enciclica Laudato si’ ha avuto un “impatto incredibile”, al di là delle frontiere visibili della Chiesa, accanto ad altre religioni o ai capi di Stato. Il segretario generale di Caritas Internationalis fa notare la presenza del ministro dell’Ambiente francese, Ségolène Royal, in rappresentanza del governo di Parigi, alle ultime canonizzazioni di Elisabetta della Trinità e di Salomon Leclerc. Il ministro Royal ha accolto favorevolmente il contributo di papa Francesco alla realizzazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, nell’ambito della Cop21.
Per quanto riguarda le altre religioni, Roy riferisce che, in vari paesi, alcuni alti responsabili del “Soccorso islamico”, come l’organizzazione umanitaria Islamic Relief – hanno affermato che, in quell’ambito, papa Francesco è stato il loro “leader spirituale”. E conclude che la gente “si riconosce” in questo “appello”.
Da un punto di vista ecumenico, Roy ricorda il recente accordo concluso a Malmö, nel corso di un viaggio del Papa in Svezia, per i 500 anni della Riforma, con i servizi caritativi della Federazione luterana mondiale: il Papa insiste su una “azione a servizio dei poveri” come fattore di unità, con il servizio della “solidarietà”.
 
 

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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