Michel Aoun - Foto: Imadmhj - Commons Wikimedia CC0

Michel Aoun, una speranza nuova per il Libano

La decisione presa dal leader sunnita Saad Hariri dovrebbe portare, dopo circa due anni, all’elezione del presidente della Repubblica libanese nella seduta parlamentare del 31 ottobre

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Il 31 ottobre 2016, tutto il Libano, dal nord al sud, dal Bekaa ovest fino al Bekaa est, passando per il Monte Libano, con la sua diversità etnica, religiosa, confessionale e politica, si prepara per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Dopo due anni e mezzo di assenza della carica presidenziale, la maggioranza dei libanesi, in particolar modo i cristiani, sperano che lunedì prossimo venga eletto, come nuovo presidente della Repubblica, il generale Michel Aoun.
I libanesi, infatti confidano nel sostegno che Saad Hariri (figlio dell’ex-premier Rafiq Hariri, assassinato nel 2005), leader musulmano sunnita, ha dato al candidato presidenziale un settimana fa. Ciò che ha sorpreso, dando loro fiducia, è stata l’inversione di tendenza di Hariri che sino a poco tempo fa appoggiava il capo del partito politico al Marada Suleiman Frangiyeh.
Il generale Aoun, 83 anni, è stato a capo del governo militare in Libano nel 1988, inoltre guidò la guerra contro la presenza dei soldati siriani in Libano nel 1989, successivamente venne mandato in esilio (Francia) per quindici anni e ritornò il 7 maggio 2005 in Libano dopo l’evacuazione dell’ultimo militare siriano avvenuta il 26 aprile dello stesso anno.
Oggi, Aoun presiede in Libano il blocco parlamentare cristiano (21/128 deputato), più numeroso, e il secondo blocco parlamentare nazionale dopo quello di Saad Hariri. Perciò, Nel caso in cui venisse eletto presidente della Repubblica, Aoun sarebbe il primo presidente popolare parlamentare, dopo il presidente eletto e martire Bashir Gemayel nel 1982.
Qualche mese fa il leader cristiano, Samir Geagea, presidente delle Forze libanesi e acerrimo nemico di Aoun durante la guerra di liberazione nel 1989, aveva sostenuto Aoun come candidato presidenziale. Ancora prima si era presentato come candidato alla presidenza dal partito musulmano sciita Hizbullah. Ora il generale Michel è sostenuto anche dai drusi, in particolare, dalla famiglia drusa Arslan; mentre la famiglia Giumblatt e i suoi alleati appoggiano il terzo candidato presidenziale Henri el-Helo.
Il Paese dei Cedri sta provando ogni giorno a mantenere la sua indipendenza e la sua sovranità, nonostante la grande guerra in Siria e in Iraq e tutta la confusione che permea il Medio Oriente e il mondo arabo. Perciò, tutti i capi libanesi stanno cercando, nelle ultime due settimane, di promuovere l’elezione di un nuovo capo di Stato che abbia le capacità di dirigere la nazione.
Il 31 ottobre si contenderanno la carica di presidente tre candidati: Aoun, Frangiyeh ed Helu. Verranno eletti indirettamente dai deputati parlamentari e non dal popolo. La maggioranza parlamentare appoggia Aoun ma contro la sua candidatura si schierano i sunniti e gli sciiti capeggiati dal presidente del parlamento, Nabih Berri.
La speranza aumenta quotidianamente ed è iniziato il conto alla rovescia. La gente decora le strade e le finestre con le foto del generale Aoun e le suppliche al Signore si alzano al cielo per la sua vittoria. Ogni giorno si vedono convogli in varie città e luoghi che appoggiano il grande capo cristiano.

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Fadi Sotgiu Rahi

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