Da vari anni aspettavamo l’occasione per assestare il cortile di fronte la nostra casa. Era un pezzo di terra sconnesso, pieno di sassi, che per di più volevamo liberare dalle erbacce.
Con la pala meccanica gli operai hanno prima di tutto smosso la terra, asportato i grossi sassi, appianato il tutto con un pesante rullo compressore. Sopra questa base è stato steso uno strato di sassi minuti pressati dal rullo; poi catrame e sopra il catrame dieci centimetri di asfalto più volte pestato e levigato.
Era una meraviglia. Da tempo non si vedevano tanto ordine e pulizia; non piu’ un filo d erba. Ai ragazzi non sembrava vero potersene servire come campetto per il pallone. Ma, passato pochissimo tempo, inaspettatamente, proprio al centro del campetto, è comparso un piccolo, esile, tenue, verde filo d’erba; spuntato chissa’ come. Ci stavamo indispettendo. Ancora erbacce?!!
Ma lo stupore per la forza della vita ci ha incantati. Debole, tenue, ma inarrestabile segno della vita. Chi la può fermare? Chi la può seppellire? Chi la può soffocare? Ci hanno subito detto: è gramigna. Un erba che anche se fatta a pezzettini, ha la forza in sé di rinascere, riprodursi da ogni singolo frammento. Ho subito pensato a Colui che ha detto di sé: “Io sono la risurrezione e la vita”.
Hanno cercato di toglierlo di mezzo; seppellirlo sotto un grosso masso, sigillarne il sepolcro. Ma la Vita non può morire; anzi ha vinto la morte. “E chiunque vive e crede in me, ha detto Gesù, non morrà in eterno”.
Ma ciò che mi deve felicemente sorprendere è che questa vita è entrata anche nella petraia della mia esistenza, si è lasciata seppellire e chiudere dal masso del mio egoismo per fiorire in amore vero, si è vestita della mia miseria per risorgere misericordia, si è fatta peccato, maledizione, per fiorire nella sorpresa più grande che l’uomo possa godere ogni momento: il gioioso e festoso perdono.
Ma abbiamo detto prima che la gramigna è un erba talmente vitale che se tagliata anche a pezzettini, da ogni minuscolo frammento può nascere una nuova pianta. È accaduto proprio così anche nel nostro campetto appena asfaltato. Attorno a quel primo filo d’erba, presto ne spuntarono tanti altri. Pensavamo di aver eliminato la gramigna, pestandola, tritandola: l’avevamo semplicemente moltiplicata. Da ogni frammento sparpagliato, gettato ovunque, là è nata una nuova pianticella.
È successo anche ai persecutori dei primi cristiani: volevano eliminare il cristianesimo disperdendo i cristiani ovunque, ma senza saperlo lo diffondevano perché attorno ad ogni fedele nasceva una nuova comunità; volevano eliminare i cristiani uccidendoli; ma avveniva e avviene il contrario: il “sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”.
È proprio la legge del chicco di grano che gettato via a marcire e a morire sottoterra, rinasce moltiplicato. Ecco perché Gesù ha assicurato i suoi discepoli: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. C’è proprio da concludere che il cristiano che sa stare bene in croce diventa padre di nuova vita moltiplicata.
Ciao da p. Andrea
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Gramigna
Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani: è questa la legge del chicco di grano che, gettato a morire sottoterra, rinasce moltiplicato