Pregnant woman with fetus

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Utero in affitto: 50 lesbiche ne chiedono l’abolizione

Sostenuto anche da attivisti lgbt, l’appello chiede il rispetto delle convenzioni internazionali a tutela del diritto del neonato di non essere separato dalla madre

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Che la pratica dell’utero in affitto susciti perplessità anche nel mondo liberal e persino tra gli attivisti lgbt non era un mistero. Il documento in circolazione da qualche giorno rappresenta però una vera svolta, essendo stato formalmente sottoscritto da cinquanta lesbiche italiane, che non si riconoscono nella maternità surrogata e che vedono in essa una forma di mercimonio umano.
L’appello viene presentato nella sua introduzione come un testo niente affatto “proibizionista” ma semplicemente “contrario ai contratti e agli scambi di denaro per comprare e vendere esseri umani”, che – si ricorda – in Italia sono tuttora illegali.
È un’illusione, prosegue il documento delle lesbiche, pensare di poter “recidere il legame affettivo tra madre surrogata e neonato/a, come se il legame dipendesse dal codice genetico e non dalla gravidanza e dal parto”. Inoltre “si tratta di metodiche invasive e pericolose per la salute materna su cui si sorvola”, mentre anche l’allattamento del seno della madre surrogata viene impedito per precluderne “l’attaccamento” del neonato.
“Nella maternità surrogata non ci sono né doni né donatrici, ma solo affari e attività lucrative promosse dal desiderio genitoriale di persone del primo mondo”, denuncia l’appello, condannando così “l’invasione del mercato in tutti gli ambiti della vita” e tutte quelle “prestazioni lavorative che invadono il nostro stesso corpo e mercificano un nuovo essere umano, che diventa il prodotto della gravidanza”.
Un altro aspetto criticato è la privazione alle madri surrogate di “diritti rispetto alla frequentazione o all’informazione sul futuro dei figli che hanno affidato ad altri”.
C’è il rischio, dunque, della “creazione di una sottoclasse di fattrici, che non possono considerare propria la creatura il cui sviluppo nutrono, anche con l’influenza epigenetica”.
Il danno, tuttavia, non risparmia nemmeno i neonati, “programmati così per essere separati dalla madre alla nascita, non per cause di forza maggiore come quando la madre viene a mancare o decide di non riconoscerli causandone la messa in adozione, ma in modo predeterminato, togliendo loro la fonte ottimale di nutrimento e interrompendo la loro relazione privilegiata con la donna che li ha generati, fonte anche di rassicurazione”.
Tutto ciò, in contrasto con la Convenzione ONU sui diritti del bambino (Stoccolma 1989) e la Convenzione sull’adozione internazionale (l’Aja 1993), che “garantiscono la continuità della vita familiare, cioè il diritto dell’infante a stare con la donna che lo ha partorito (cioè la madre), cui si può derogare solo nelle adozioni”. Peraltro “la convenzione del Consiglio d’Europa sulla biomedicina (Oviedo 1997) rende inoltre indisponibili al profitto le parti prelevate del corpo umano, come ad esempio gli ovociti”, ricordano le lesbiche.
Il documento si conclude, quindi, con quattro esplicite richieste:

  • Il rifiuto della “mercificazione delle capacità riproduttive delle donne”;
  • Il rifiuto della “mercificazione dei bambini”;
  • Il mantenimento, da parte di tutti i governi, della “norma di elementare buon senso per cui la madre legale è colei che ha partorito e non la firmataria di un contratto né l’origine dell’ovocita”;
  • Il rispetto delle “convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino di cui sono firmatari”, con conseguente ferma opposizione a “tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale, abolendo le (poche) leggi che l’hanno introdotta”.

A sostenere l’iniziativa figurano due attivisti lgbt: Aurelio Mancuso, giornalista, blogger e presidente di Equality Italia; Giampaolo Silvestri, fondatore di Arcigay ed ex senatore dei Verdi. Assieme a loro, tre femministe di fama internazionale: Silvia Federici (Hofsra University, New York); Ariel Salleh (Sydney University); Barbara Katz Rothman, autrice di studi sulla maternità (City University of New York).
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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