Cardinal Parolin

Cardinal Parolin - Foto © ZENIT - HSM

Parolin: "Non c'è sviluppo umano integrale senza la pace"

Il segretario di Stato vaticano è intervenuto all’Assemblea generale delll’Onu, affrontando il tema delle varie crisi belliche in atto

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Le crisi in Siria, in Africa, in Ucraina. Vasto è lo scacchiere geopolitico affrontato dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nel suo intervento di ieri  all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tenutasi a New York a proposito dei temi dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile.
Secondo il rappresentante della Santa Sede “è impossibile senza la pace”, il raggiungimento di uno sviluppo umano integrale, che è l’obiettivo dell’Agenda 2030. Il suo sguardo si sposta poi su aree geografiche specifiche. Spiega che in Siria “deve cessare affinché la pace sia una possibilità e soprattutto perché l’assistenza umanitaria possa essere portato a coloro che ne hanno più bisogno”. La Santa Sede resta dell’avviso che sia possibile fornire assistenza umanitaria ai civili in Siria, a condizione che vi sia la volontà politica per porre fine ai combattimenti”.
Più in generale in Medio Oriente – ha proseguito – vediamo le terribili conseguenze di una spirale di guerra: tante vite distrutte, Stati dissolti, cessate il fuoco violati, l’insuccesso delle iniziative di pace, il fallimento dei tentativi di soluzione delle cause basilari del conflitto in Siria, in Iraq e Libia, della crisi della presidenza in Libano e del conflitto israelo-palestinese”.
A Israele e ai palestinesi Parolin ricorda che è opportuno “astenersi da misure unilaterali o illegali di qualsiasi tipo, che possano costituire un ostacolo alla ricerca della pace e all’avanzamento della soluzione dei due Stati”. Non manca un suo intervento riguardo al Libano, impelagato da tempo nella difficoltà ad eleggere un presidente della Repubblica; crisi a cui si “può ancora trovare” – dice Parolin – una base comune di dialogo tra i diversi gruppi etnici, culture e religioni per arrivare a una “coesistenza pacifica” di cui il Libano è stato a lungo “modello”.
L’esempio in tal senso è quello della Colombia, dove il segretario di Stato andrà presto e dove la Santa Sede ha fatto da tramite per il raggiungimento di un accordo tra Governo e guerriglia.
Parafrasando poi Papa Francesco, il porporato ha voluto sottolineare che lo sviluppo integrale “include ma non si esaurisce con lo sviluppo economico” e dunque necessita di risorse, anche “sistemi di finanziamento alternativi”, in grado di essere “tanto accessibili quanto sostenibili per i più poveri”. Del resto – ha aggiunto – “i poveri e i bisognosi sono il volto umano dello sviluppo sostenibile che vogliamo tenere sempre davanti a noi, in modo che possiamo diventare agenti responsabili di una società più giusta e veramente umana”.
Il card. Parolin ha anche affrontato la crisi dei migranti, facendo un plauso a Libano e Giordania “per l’ospitalità che stanno offrendo a coloro che sono scappati dalla guerra e distruzione in Iraq e Siria”, nonché alla Turchia, “che ospita milioni di rifugiati siriani”.

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ZENIT Staff

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