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Gli uccelli dell’aria

La provvidenza nutre i gigli del campo e non fa mai mancare nulla alle sue creature

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Passeggiavo per una strada di campagna. Era piovuto da poco; qua e là affioravano delle pozze d’acqua. Ad una di esse stava bevendo un gatto che, al sopraggiungere di un carro, si scostò con un balzo per andare a bere ad un’altra pozzanghera, all’altro lato del viottolo. Dopo poche sorsate, fu costretto a spostarsi ancora verso un fosso vicino, dove, con calma, continuò a dissetarsi.
Poco più avanti, in quella vasta distesa di campi, ho visto planare uno stormo di colombi in cerca di cibo. Disturbati dal passaggio fra­goroso di un trattore, tutti insieme si levarono in volo per andare a posarsi su un campo vicino. Ad ogni nuovo rumore si alza­vano in volo, cambiavano campo per continuare a procurarsi l’alimento necessario.
Destava meraviglia in me osservare che per i gabbiani fosse indifferente questo o quel campo, come per il gatto una od un’altra pozza: a loro interessavano soltanto acqua e cibo. E la Provvidenza, che veste i gigli del cam­po e nutre gli uccelli che non seminano né mietono, fa trovar loro do­vunque quello che cercano.
“Gente di poca fede! – mi frulla per il capo – Perché vi affannate?”.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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