Sono quasi 200mila le persone costrette a lasciare il Sud Sudan dal luglio scorso a causa della ripresa degli scontri nel Paese. Sale così ad oltre un milione il numero complessivo dei profughi, ai quali si aggiungono anche 1,6 milioni di sfollati interni. I drammatici dati sono stati forniti ieri dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, che ha condannato con vigore gli effetti sulla popolazione della guerra civile scoppiata nel dicembre del 2013 tra il presidente, Salva Kiir, e il suo ex vice, Riek Machar.
“Il numero dei rifugiati sudsudanesi che ha trovato riparo nei Paesi vicini questa settimana ha superato il milione”, si legge in una nota dell’Unhcr. “Cinque anni dopo l’indipendenza, si tratta di un risultato molto triste”, ha commentato il portavoce Leo Dobbs, spiegando che la maggior parte dei rifugiati sono donne e bambini. “Molti arrivano esausti dopo giorni e giorni di cammino senza cibo né acqua. Tra loro ci sono sopravvissuti ad attacchi e violenze sessuali, bambini che sono stati separati dai genitori e persone che hanno urgente bisogno di cure mediche”.