In un breve ma significativo discorso rivolto all’Associazione Biblica Italiana, papa Francesco ha toccato i temi della dignità umana, dono di Dio, riflettendo su quanto questa sia spesso minacciata dall’idolatria.
Nel corso dell’udienza tenuta stamattina presso la Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre riflettuto innanzitutto sull’identità di uomo e donna, su cui si articola la Settimana Biblica Nazionale di quest’anno: Facciamo l’essere umano … maschio e femmina: declinazioni della polarità uomo-donna nelle Scritture.
Ricordando che il tema della relazione uomo-donna è stato approfondito da San Giovanni Paolo II “in un memorabile ciclo di Catechesi nella prima parte del suo Pontificato” e da lui stesso durante un’udienza generale dello scorso anno (15 aprile 2015), Francesco ha spiegato che “riflettere su come siamo stati creati, formati a immagine e somiglianza del Creatore, la differenza con le altre creature e con tutto il creato è essenziale”, perché “ci aiuta a capire la dignità che tutti noi abbiamo, uomini e donne, dignità che ha la sua radice nello stesso Creatore”.
La dignità umana, ha osservato il Pontefice, risiede essenzialmente nell’“essere figli di Dio, e nel corso della Scrittura tale relazione si manifesta nel fatto che Lui ci guida come un Padre fa con un figlio”. Dio, quindi, ha creato l’uomo in modo “artigianale”, lo ha plasmato del fango dalla terra, cioè le mani di Dio si sono compromesse con la nostra vita”, impiegando non solo “la sua parola” ma “del fango dalla terra, cioè le mani di Dio si sono compromesse con la nostra vita”.
Al tempo stesso, però, l’uomo è in grado di gettare alle ortiche la dignità ricevuta da Dio, di “degradarsi”, di fare “autogol”, negoziando la dignità stessa e abbracciando l’idolatria, come avvenne, “durante l’esodo dall’Egitto, quando il popolo era stanco perché Mosè tardava a scendere dal monte, fu tentato dal demonio e si costruì un idolo”: nella fattispecie un vitello d’oro, a riprova del fatto che le “ricchezze” hanno una “forza attrattiva” tale da poter prendere “il posto di Dio” nel cuore dell’uomo.
Al tempo stesso, in positivo, è lecito che l’uomo si domandi: “come posso condividere questa dignità, così che si sviluppi in una reciprocità positiva? Come posso fare in modo che l’altro si senta degno? Come posso “contagiare” dignità?”.
Anche quando la dignità dell’uomo è calpestata, è bene domandarsi: “come assumo la mia dignità? Come la faccio crescere? E ci farà bene anche esaminarci per scoprire se e quando non contagiamo dignità nel nostro prossimo”, ha poi concluso il Santo Padre.
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Papa: “Quante volte facciamo ‘autogol’ e perdiamo la dignità, abbracciando l’idolatria”
Francesco riceve in udienza l’Associazione Biblica Italiana, in occasione della Settimana Biblica Nazionale