La favola di Peter Pan racconta la storia di un bambino che non vuole diventare grande e che vive in una terra di fantasia, chiamata “Isola che non c’è”.
Da un po’ di anni a questa parte l’isola di Peter Pan non è più un posto immaginario. Esiste davvero. Possiamo ritrovarla nella vita reale di alcuni giovani che rifiutano di maturare e di assumersi le proprie responsabilità di fronte al mondo.
Cercano di vivere in una favola infinita, senza troppi pensieri. Passano da una discoteca all’altra, da una ragazza all’altra, da un viaggio all’altro, da un divertimento all’altro… senza preoccuparsi del domani.
Per definire questo genere di persone si parla, non a caso, di “sindrome di Peter Pan”. Una specie di malattia legata alle insicurezze delle nuove generazioni, spesso rinchiuse in un guscio di egoismo e di infantilismo.
Come si è arrivati a questo punto? Perché certi ragazzi, oggi, tendono a non voler affrontare la vita? Le radici del fenomeno dovrebbero essere cercate, prima di tutto, nell’educazione che i giovani ricevono (o non ricevono) dalla famiglia.
Alcuni genitori rinunciano alla loro fondamentale funzione educativa, soprattutto nel momento dell’adolescenza.
Questo può accadere per varie ragioni. Prima di tutto, per mancanza di tempo. Oggi le mamme e i papà sono sempre più assenti, perché lavorano dalla mattina alla sera e non hanno abbastanza tempo da dedicare ai figli.
Ma può esserci anche un’altra ragione, più preoccupante. È lo stile apatico di certi genitori senza personalità, che rifiutano di guidare i figli con fermezza, abbandonandoli proprio nel momento delle loro scelte più importanti.
Quante volte sentiamo dire: “Io lo lascio libero, deciderà lui, quando sarà maggiorenne…”. Oppure: “Non voglio condizionarlo, deve essere lui a scegliere liberamente”.
Uno sguardo ingenuo potrebbe interpretare tutto ciò come un’opportunità ed un segno di rispetto della libertà dei figli. In realtà, simili atteggiamenti potrebbero generare rischi per il futuro dei ragazzi.
Oggi i giovani devono confrontarsi con il bombardamento di messaggi ingannevoli di alcuni mezzi di comunicazione che spingono a coltivare la non-cultura del non-impegno.
Se mamma e papà lasciano un vuoto formativo, cominciano i guai. Il posto dei genitori potrebbe essere preso da “educatori supplenti” come la televisione, internet o certe riviste per adolescenti che pretendono di spiegare ai ragazzi il senso (o il non-senso) della vita.
Basta accendere la TV per trovarsi di fronte ai modelli imposti dalla dittatura degli indici d’ascolto. Pensiamo, ad esempio, a certi spettacoli in cui trionfano l’uomo donnaiolo e perditempo o la fanciulla disponibile a tutto pur di conquistare cinque minuti di celebrità.
Tanti ragazzi vengono “educati” dalle interviste di cantanti ed attori che passano da una love story all’altra, immergendosi nella cosiddetta “bella vita” dei festini in discoteca o nei locali esclusivi.
Certi esempi di non-cultura del non-impegno sono veramente rischiosi per i giovani e rappresentano il primo passo verso un limbo senza fine. I ragazzi avrebbero bisogno di punti di riferimento precisi. E dovrebbe essere la famiglia, prima di tutto, ad offrirli.
Sicuramente sarebbero molto apprezzati. I giovani non desiderano altro che trovare sulla loro strada valori forti, buoni maestri, indicazioni chiare di percorsi da seguire.
Purtroppo, oggi, i messaggi che i ragazzi ricevono da un cattivo uso dei mass media contribuiscono a creare un terreno fertile per accogliere la futura sindrome di Peter Pan. C’è un costante invito a cancellare il concetto di “sforzo” dalla vita quotidiana. Tutto dovrebbe essere facilmente raggiungibile, senza il sudore della fronte.
Il fenomeno dei giovani che non vogliono maturare è strettamente collegato a questo problema. Dietro all’eterna non-crescita c’è la tendenza ad avere paura di qualunque impegno. Un inguaribile timore di sognare e di fare progetti.
È necessario cambiare rotta, per abbandonare le fughe dalla realtà ed abbracciare la vita vera. Genitori ed educatori dovrebbero mostrare ai giovani il valore di una sana cultura dello sforzo e dell’impegno. Solo in questo modo sarà possibile maturare, crescere, diventare protagonisti della vita quotidiana.
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Cambiare rotta per abbracciare la vita
Ogni vuoto educativo rappresenta un rischio per i giovani. Si fugge dalla realtà per rinchiudersi in una favola senza fine