© Patriarcato latino di Gerusalemme

Prendersi cura dei bimbi dei migranti: il nuovo Centro Santa Rachele a Gerusalemme

Inaugurato nel quartiere di Talbieh, il Centro è destinato ad accogliere, ogni giorno, piccoli in età da nido e figli di migranti assicurando igiene e buona crescita

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Lo scorso 1 settembre, il Vicariato San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica, ha inaugurato a Gerusalemme, nel quartiere di Talbieh, il Centro Santa Rachele destinato ad accogliere, durante il giorno, i piccoli in età da nido, i bimbi e i ragazzi figli di migranti.

Uno dei bisogni più urgenti delle persone immigrate in Israele – spiega una nota del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini – è quello della presa in carico quotidiana dei bambini con meno di tre anni per motivi di sicurezza, di igiene e di buona crescita dei bambini. I migranti che per far tornare i conti lavorano molte ore, son costretti a cercare dei contesti ai quali affidare i loro bambini con meno di 3 anni. Si sono così moltiplicati dei “nidi pirata” comunemente detti “depositi di bambini”, dove si accolgono bambini in ambienti pericolosi e sovraffollati, sono gestiti da donne migranti senza alcuna formazione specifica.
Negli ultimi 18 mesi, spiega il comunicato, sette bambini dei quartieri sud di Tel Aviv sono morti in tristi circostanze. Molti altri restano segnati quando non traumatizzati dal loro passaggio in questi luoghi. La Chiesa ha deciso di rispondere a questo bisogno e ha avviato, dal settembre 2014, tre nidi a Tel Aviv e a Gerusalemme.
La Chiesa si preoccupa anche delle attività extrascolastiche per i bimbi dei migranti inseriti nel sistema scolastico israeliano. Questi bimbi diventano di fatto ebreofoni. Spesso, quando escono da scuola, i loro genitori sono ancora al lavoro. Inoltre, i loro genitori non padroneggiando a sufficienza la lingua ebraica non sono in grado di assisterli nello svolgimento dei compiti per casa. Così, decine di bambini migranti sono accolti ogni pomeriggio dal Vicariato san Giacomo per diverse attività tra le quali, appunto, lo svolgimento dei compiti e il catechismo.
Il Vicariato san Giacomo offre anche una proposta per i giovani di lingua ebraica che vivono pienamente integrati nella società israeliana ebraica. Il gruppo, di adolescenti e giovani adulti, si riunisce abitualmente il venerdì sera. Questa attività offre l’occasione per questi giovani di incontrarsi, trascorrere del tempo insieme e di approfondire i temi della fede. Lo scopo principale è quello di salvaguardare la fede cattolica e l’identità di questi giovani esposti altrimenti ad assimilarsi alla società laica israeliana.
Il Centro Santa Rachele, che ha iniziato la sua attività all’inizio di settembre, è collocato sulla proprietà del Convento dei Cappuccini di Gerusalemme. I locali sono stati completamente ristrutturati dal Vicariato San Giacomo, grazie alla generosità di numerosi donatori tra cui i Cavalieri del Santo Sepolcro, la Missione Pontificia, il World Vision e il Dear Foundation. Un ampio edificio di un solo piano è situato su un terreno molto più grande con due cortili da gioco, uno per i più piccoli e uno per i bambini più grandi. Due grandi sale fungono da stanze da gioco e dormitorio per i bambini piccoli. Un’altra grande stanza è riservata ai bambini che vengono dopo la scuola. Altri locali sono adibiti ad uffici, sale studio e sale di riunioni, inoltre c’è anche un piccolo appartamento per i volontari.
Ogni giorno nel nuovo centro – dedicato a Rachele la matriarca, una delle grandi donne e madri della Bibbia il cui amore per i suoi figli è immortalato nelle parole di Geremia – vengono accolti 25 bambini di età inferiore ai tre anni, figli di lavoratori migranti e richiedenti asilo. Cominciano ad arrivare alle 7.30 del mattino e i genitori devono riprenderli entro le 17.30. Mentre dalle 13.30 fino alle 18 il centro accoglie un gruppo di 15-40 bambini per il doposcuola. Durante i fine settimana, il centro è spesso il luogo di incontro per i giovani del Vicariato.

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ZENIT Staff

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