Davanti ad un’affollatissima platea d’insegnanti, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi è voluto ritornare sul tema del Convegno Ecclesiale di Firenze, sopratutto riguardo l’importanza dell’umanesimo oggi nell’ambito dell’educazione delle nuove generazioni. Infatti, secondo Zuppi, parlare oggi di umanesimo non è scontato, anzi occorre da parte di tutti che ci si domandi “dove lo abbiamo messo nella nostra società attuale?”
L’umanesimo, ha voluto evidenziare l’arcivescovo di Bologna è ciò che nella storia, ed anche nel tempo attuale, impedisce di “abbandonarci alle barbarie, di pensare solo a noi stessi ed ad un benessere che sia contraddistinto dal non sacrificio”. Invece la dimensione umanistica permette di costruire un valido dialogo,vincendo le reciproche paure,non avendo timore di riconoscere “ciò che è male in un tempo,quale quello attuale in cui si fatica molto ad identificarlo”.
Purtroppo però esso rischia di scomparire nella nostra società, ha sottolineato il presule, più volte durante la conferenza, con la conseguenza di generare, specialmente nelle nuove generazioni continue dipendenze, poiché – sempre secondo Zuppi – “quando un giovane ha un cuore vuoto,allora egli acquisterà ogni cosa che possa dargli l’illusione di averlo riempito”.
Per affrontare questa sfida, il pastore di Bologna riconosce che l’educazione è il luogo più significativo dove i giovani sopratutto nell’ambiente scolastico possono divenire veramente umani. In quest’opera il ruolo dell’insegnante, anche se oggi poco riconosciuto nel nostro Paese sia a livello economico e sia a livello sociale ed educativo, assume una “missione”unica ed importantissima per il futuro delle nuove generazioni ed è quella d’impedire attraverso lo sviluppo della conoscenza e della coscienza dell’alunno, il dissolversi in lui dell’umano.
Tuttavia, il lavoro del corpo docente, per essere credibile presso le nuove generazioni, deve unirsi ad una effettiva testimonianza che ciò che viene insegnato poi è anche vissuto, ha rimarcato Zuppi. Su questo punto ha voluto sottolineare che “non è possibile insegnare agli alunni ciò che poi il docente non vive”. Inoltre compito oggi della scuola diviene il donare ai suoi alunni la “speranza di un futuro credibile”.
Il presule della città felsinea ha voluto concludere il suo intervento indicando come l’umanesimo, difeso dai nostri padri durante l’avvento delle dittature del XIX secolo, passa il suo testimone attraverso la scuola ai ragazzi ed alle ragazze del nostro tempo, “ai quali dev’essere data fiducia, aiuto e sostegno, valorizzando le rispettive qualità umane presenti in essi”.
Mons. Zuppi: "L'Umanesimo permane come sfida attuale"
Incontrando gli insegnanti di Bologna, l’arcivescovo ha richiamato il tema del Convegno Ecclesiale di Firenze, ribadendo l’importanza dell’umanesimo nell’ambito dell’educazione delle nuove generazioni