Foto: www.globetheatre.com

“Il racconto d’inverno”: la gelosia e la tirannia secondo Shakespeare

Fino all’11 settembre, al Globe Theatre, in scena un classico senza tempo, in bilico tra tragedia e commedia

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Ne Il racconto d’Inverno, l’ultimo Shakespeare ritorna sul dramma della gelosia che come in Otello ha le sembianze di “un mostro dagli occhi verdi” che acceca il cuore ma, soprattutto, la vista di chi ne è vittima. Ed è così che il principe siciliano Leonte – un magnetico Alessandro Averone – tramuta la sua proverbiale ospitalità in rancore verso il suo amico d’infanzia il principe della Boemia, Polissene – un superbo Gianluigi Fogacci – col sospetto che abbia sedotto sua moglie, la regina Ermione. Un dubbio che inizia a logorare la fragile mente del principe rendendolo folle di gelosia, al punto da voler uccidere Polissene, con la complicità di un domestico.
Un piano perfetto per evitare che in giro si sappia delle “corna”, in Sicilia una vera e propria onta, da lavare, appunto, con il sangue. Camillo, il saggio intendente si rifiuta di dare corda a una tale fantasia e spinge, invece, Polissene a fuggire con lui. Ed è allora che si scatenerà la violenta reazione del principe che con fare da tiranno, abbatterà la sua furia sulla moglie (una celestiale Carlotta Proietti), accusandola di aver fatto scappare “il suo amante”, il vero “padre del figlio che porta in grembo”.
E così, magistralmente Shakespeare riesce a dare forma alle passioni e turbamenti in un affresco perfetto dell’animo umano, con i suoi lati oscuri e le sue idiosincrasie. E anche in questa tragicommedia, grazie alla maestria della regista Elena Sbardella, emerge la sapienza del Bardo nel mostrare gli effetti distruttivi delle passioni smodate sull’animo umano, che lo rendono cieco e impermeabile alla ragione.
Una visione che procura catarsi e fa riflettere, ricordando all’umanità che “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” e quindi soltanto continuando a credere nel futuro, potremmo raggiungere la felicità.
Una pièce che si articola in due filoni: il principale tragico alternato a spezzoni corali, di carattere comico, allo scopo di per allentare la tensione nello spettatore. Umorismo dialettale nello stile dello show satirico Made in Sud, che conquista il pubblico, con semplicità e immediatezza, grazie alle performance di Mimmo Mignemi e Carlo Ragone nei panni dei delegati delfici: gag in napoletano, veri e propri giochi di parole. Sulla stessa falsariga, ma con l’impronta satirica delle maschere greche, il personaggio di Autolico: un brigante furbo ma dal cuore buono, emblema del popolano boemo, interpretato da un eccellente Stefano Santospago, che ricorda, in alcune battute, il modo di Martufello e il timbro ironico del direttore artistico, Gigi Proietti.
Una prima parte, tragica e impegnativa, una seconda dall’ambientazione bucolica e distesa, dove il vero protagonista è il tempo, che ha placato i bollori di Leonte, ormai vecchio e consumato dai rimorsi, lasciando spazio al pentimento e alla fortuna, che farà il suo corso.
Nei panni del re di Sicilia, il giovane e talentuoso Alessandro Averone, che impressiona il pubblico nell’incarnare “i fumi della pazzia”, già noto ai romani, per aver recitato in Der Park di Botho Strauss al Teatro Argentina, nel controverso ruolo del Minotauro. Non è da meno Polissene, l’antagonista, il re di Boemia, interpretato dal più maturo Gianluigi Fogacci (anche lui nel cast di successo di Der Park), che incarna alla perfezione la regalità e l’onestà proprie del sovrano bucolico. Mai eccessiva e volutamente misurata, a tratti, eterea è Carlotta Proietti, che nella parte di Ermione, convince, senza mai scadere nel patetico.
Una compagnia attoriale talentuosa, che orchestrata dalla sapiente Elena Sbardella, sa toccare la perfezione e l’armonia, come testimoniano il gradimento del pubblico e il tutto esaurito, sin dai primi giorni.
***
Il racconto d’inverno
dal 26 agosto all’11 settembre al Silvano Toti Globe Theatre

Leonte
Mamillio
Polissene
Buffone
Servo
Perdita
Vecchio Pastore
Mopsa
Paolina
Camillo
Emilia
Ermione
Dorca
Autolico
Antigono
Florizel
Alessandro Averone
Francesco De Rosa
Gianluigi Fogacci
Paolo Giangrasso
Filippo Lagana’
Neva Leoni
Roberto Mantovani
Mimmo Mignemi
Ludovica Modugno
Pietro Montandon
Loredana Piedimonte
Carlotta Proietti
Carlo Ragone
Stefano Santospago
Andrea Tidona
Federico Tolardo
 
 
Musiche
Nicola Piovani
 
Scene e Costumi Cappellini & Licheri
 
Disegno Luci
Umile Vainieri
 
Progetto Fonico
Franco Patimo
 
Assistente Alla Regia
Cristina Mugnaini
 
Movimenti Di Scena
Alberto Bellandi
 
Percussioni Paolo Volpini
Tastiera e Chitarra Aidan Zammit

 

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Rita Ricci

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