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Gaspare il furbo

La croce che ci viene consegnata non va mai “alleggerita”: il suo peso dosato secondo le spalle è garanzia di stabilità ai venti contrari

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Eccoti una delle tante storie che Ennio mi racconta:
“Prendi ogni giorno la tua croce e seguimi”. Una croce adatta alle spalle di ciascuno, lunga e larga secondo un criterio ben ponderato, una croce calibrata e donata in relazione al progetto che Egli aveva su ogni persona: insomma, una croce “personalizzata”.
Gaspare, il furbo, pensava se non fosse il caso di alleggerirla per poter camminare con maggior speditezza. Alcuni amici lo mettevano in guardia dalla tentazione di sottrarsi al peso; gli ricordavano i grandi vantaggi dell’abbracciarla con gioia.
Ma lui si difendeva rispondendo che Dio ha pur dato l’intelligenza, la ragione agli uomini, che la croce è una follia e che l’intelligenza ognuno la deve usare al meglio. Insomma invitava a “farsi furbi”.
Ed in questa autodifesa trovò la scusa per segarne via subito un pezzo. Ricominciò a camminare e si accorse che effettivamente la croce pesava di meno.
Allora venne alla risoluzione, secondo lui molto ragionevole, di segarne un pezzo al giorno, tanto che dopo breve tempo gliene rimanevano sulle spalle solo due piccolissimi pezzi. Si sentiva proprio alleggerito. Ma purtroppo l’eccessiva leggerezza gli toglieva stabilità: ad ogni colpo di vento piombava “nel fosso”.
Alla fine del cammino, tutti si trovarono davanti ad un largo e profondo fiume che dovevano attraversare per arrivare definitivamente in Paradiso.
Sulle sponde troneggiava un grande cartello con le istruzioni per l’attraversamento: ciascuno poteva agevolmente attraversare il fiume se si distendeva sulla sua croce, proprio su quella ricevuta all’inizio del cammino. Spiccavano in caratteri maiuscoli le parole: “Quella croce che hai portato, ti porta”. Era una gioia galleggiare sulle onde limacciose del fiume profondo; bastava star fermi su quello strano, ma sicuro natante.
Arrivò anche il turno di Gaspare, il “furbo”. Lesse le istruzioni. Si trovò fuori norma: sulle spalle due leggerissimi pezzi di legno, che non gli davano nessuna garanzia per l’attraversamento. Una voce gli intimò “conversione”: tornare sui suoi passi e ricominciare il cammino per riprendere la “sua” croce con gioia e slancio.
Così fece il nostro Gaspare. Convertito, ravveduto, raccomandava a tutti di non “alleggerire” la croce consegnata alla partenza: il peso dosato secondo le spalle è garanzia di stabilità ai venti contrari. Proprio quella croce, e non un’altra, garantisce l’attraversamento finale.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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