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Gettare fuoco sulla terra

Meditazione quotidiana Domenica 14 Agosto 2016 – XX del Tempo Ordinario, Anno C

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Lettura
In questo scorcio del Vangelo alcune frasi precise e chiare di Gesù evidenziano che la scelta della sua sequela rappresenta un impegno radicale, che non è assolutamente compatibile con una posizione di mediocrità; anche il profeta Geremìa, inviato da Dio per scuotere le coscienze del suo popolo, subisce la persecuzione. E l’autore della Lettera agli Ebrei gli fa eco, mostrando che la battaglia che attende il cristiano dev’essere combattuta “fino al sangue”. Le parole di Gesù sono quindi una forte esortazione all’uomo di tutti i tempi ad uscire dal terreno del proprio egoismo, per entrare nell’avventura della vita nello Spirito.
Meditazione
“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra!”. “Non sono venuto a portare pace, ma divisione”. Sembra strano ascoltare queste espressioni dalla bocca di Gesù, da Colui che in altre occasioni aveva detto: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Di quale pace si parla, allora? E di quale fuoco?
La pace che Gesù non è venuto a portare è quella della tranquillità comoda, del non impegno, del lasciar fare, del “perché mettersi nei guai?”. Questa è la pace che Gesù ripudia. E il fuoco è quello dello Spirito. In effetti il cuore dell’uomo, orientato a Dio, deve essere sempre vigile e attento, per non lasciarsi sorprendere dal nemico in nessun momento, per combattere la buona battaglia della fede, come diceva san Paolo a Timoteo. Gesù è tutto proteso verso il compimento della sua missione, acceso dal fuoco dell’amore e desideroso di accogliere la passione che lo attende per poter realizzare il piano di salvezza in favore di tutti gli uomini, in favore nostro.
Quanta gratitudine deve suscitare questo pensiero nei nostri cuori! Lo dice in modo ammirevole l’autore della Lettera agli Ebrei nel brano di oggi: «Egli di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore». San Paolo poi dirà, colmo di gratitudine: «Vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).
Nell’incontro della storica Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno 2000, a Roma, Giovanni Paolo II ripeteva ai due milioni di giovani presenti a Tor Vergata quelle parole di santa Caterina da Siena: “Se siete quello che dovete essere, accenderete il fuoco nel mondo intero!”. Il fuoco della Pentecoste, il fuoco dello Spirito Santo deve essere acceso oggi di nuovo nella Chiesa, per renderla portatrice di luce e di calore per il cuore di tanti uomini del nostro tempo. Lasciamoci consumare da questo fuoco per ardere e dare calore ai nostri fratelli.
Preghiera:
O Signore, io ti ringrazio per la tua donazione fino alla croce per me, per il tuo coraggio e soprattutto per l’amore che hai nei nostri confronti. Aiutami a corrispondere e ad imitarti.
Agire:
Oggi cercherò di combattere anch’io la buona battaglia della fede e dell’amore.
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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