Massimiliano Carbonari (Facebook)

Massimiliano Carbonari (Facebook)

Da ingegnere a “ingegnere di Dio”: quando la vita ricomincia a 40 anni

Massimiliano Carbonari, attivo nel coordinamento di Nuovi Orizzonti, racconta la sua esperienza di conversione all’interno del movimento

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C’è un detto – forse un luogo comune? – secondo cui la vera vita inizia a quarant’anni. Eppure per alcuni è stato davvero così. In occasione della festa di Pentecoste di Nuovi Orizzonti, celebrata domenica scorsa alla Mariapoli di Castelgandolfo, ZENIT ha incontrato Massimiliano Carbonari, 45 anni, membro del movimento fondato da Chiara Amirante, dove svolge incarichi di organizzazione e coordinamento.
La vita di quest’uomo, fino a 5-6 anni fa, secondo i criteri del mondo, era la vita di un vincente: alto, di bell’aspetto, atletico, brillante, dinamico e affermato nel lavoro. Nel cuore di Massimiliano bruciava però latente il desiderio di poter vivere per un Bene più grande, per un senso più profondo. L’incontro con Dio ha cambiato completamente la sua vita, permettendogli di fare anche rinunce coraggiose. Assieme all’amore di Dio e all’amicizia affettuosa dei membri del movimento, Massimiliano ha incontrato anche la donna della sua vita: Daniela Martucci, l’attuale vicepresidente di Nuovi Orizzonti.
Massimiliano, che tipo di persona sei stato fino ai 40 anni?
Prima di fare la scelta di Nuovi Orizzonti, 6 anni fa, conducevo un altro tipo di vita. Sono cresciuto in una famiglia cristiana e Dio è sempre stato importante per me, ma quello che conoscevo era un Dio lontano, un Dio che certamente esisteva, ma riguardava la mia vita eterna, non la mia gioia dell’oggi, la mia felicità, la mia realizzazione, che ritenevo invece dipendessero solamente da me e dal mio impegno. Vivevo per la ricerca della stima degli altri e del successo, attraverso lo sport, che ho praticato a livello agonistico nazionale per tanti anni, poi anche attraverso il lavoro. Mi sono laureato in ingegneria e mi sono occupato per vari anni di marketing strategico in Telecom Italia. Ho viaggiato tanto e ho fatto molte cose belle, però, nonostante gli altri mi vedessero come il classico ragazzo realizzato che aveva tutto, nel profondo del mio cuore non ero veramente felice, mi mancava il centro, un senso più profondo per vivere! Ebbi poi un momento di crisi, legato a problemi con il lavoro, problemi con la famiglia, soprattutto problemi con l’affettività: nonostante il mio desiderio di essere sposo e padre non riuscivo, infatti, a trovare una persona alla quale sentissi di poter dire un “sì per sempre” …senza paura! La paura era sempre più forte dell’amore!
In che modo, quindi Dio è entrato nella tua vita?
In questa crisi profonda è arrivato un momento di disperazione in cui ho gridato a Dio: “Se ci sei, fatti sentire adesso!”. Di lì a poco sono avvenuti tre incontri fondamentali per me: il primo, grazie a don Fabio Rosini e alle sue catechesi sui Dieci Comandamenti è stato l’incontro vero con Dio, un Dio che ho riscoperto essere vicino, capace di toccare concretamente la nostra vita, un Dio meraviglioso e profondamente “bello”. Il secondo è stato con Maria a Medjugorje e mi ha stravolto tantissimo: prima non pregavo quasi mai Maria ed improvvisamente ho fatto esperienza di avere una Madre meravigliosa che ci ama immensamente. Qui è cominciato a cambiare il mio cuore nei suoi desideri più profondi. A quarant’anni capii che fino a quel momento avevo investito tutto in qualcosa che non poteva più essere il centro della mia vita: soldi, carriera, successo, benessere. Nulla di tutto questo mi dava la vera gioia! Avevo scoperto solo allora la vera Bellezza, il senso più profondo… e mi ritrovavo a vivere una vita che non era più di mio interesse, che aveva perso senso e sapore. Per un certo tempo ho provato a portare Dio nella mia vita: nell’ambito di Telecom Italia, dove lavoravo, ho iniziato a promuovere gruppi di preghiera, progetti di solidarietà e viaggi a Medjugorje, ma sentivo che non bastava: piano piano cresceva un desiderio sempre più forte e profondo di essere tutto di Dio, di lasciare tutto per Lui. È stato il terzo incontro quello con il “carisma della gioia” di Nuovi Orizzonti e con Chiara Amirante, che mi ha aperto una strada nuova. Ho scoperto infatti una realtà meravigliosa che non conoscevo, insieme alla possibilità di poter essere tutto di Dio e al tempo stesso di poterlo vivere in una famiglia che si consacra e vive con Dio come centro: la realtà delle “Famiglie Nazareth” di Nuovi Orizzonti. Questo mi ha dato la forza e l’entusiasmo per poter lasciare tutto. Ho iniziato quindi con un anno di aspettativa, che è coinciso con l’anno di guarigione del cuore e di conoscenza di sé, il percorso di formazione umana e spirituale che facciamo tutti a Nuovi Orizzonti e, al termine, ho sentito di lasciare definitivamente il mio lavoro. È proprio in questo percorso – e avevo già 40 anni – che ho avuto la grazia di incontrare una donna meravigliosa, Daniela, che è diventata mia moglie e per la quale fin dal primo incontro ho avvertito una sensazione incredibile di familiarità, la sensazione di sentirmi finalmente a “casa”. Dopo un primo periodo di discernimento (perché entrambi pensavamo inizialmente di essere chiamati ad un’altra vocazione), finalmente ho sentito con forza il desiderio di poter pronunciare un “Sì per sempre”… perché l’Amore vero vince la paura! Allora ci siamo sposati nel giro di nemmeno nove mesi! Di lì a poco è arrivato un secondo “Sì per sempre a Dio”, attraverso la consacrazione con le promesse di povertà, castità, obbedienza e gioia che facciamo in Nuovi Orizzonti.
Cosa si prova a condividere con la persona che si ama un impegno con Dio così importante?
È molto bello ed è una sensazione meravigliosa il poter condividere qualcosa che ci coinvolge ad un livello così profondo! Soprattutto oggi, in un’epoca in cui la famiglia è in crisi, è importante testimoniare che è possibile vivere con Gesù al centro e che il matrimonio può diventare così qualcosa di stupendo, stabile e meraviglioso. Io ho la grazia di poter dire oggi che, dopo quattro anni di matrimonio, amo mia moglie molto più del giorno in cui l’ho sposata! Ci manca solo un figlio e per questo vi chiediamo preghiere perché, se è volontà di Dio, arrivi!
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Quali sono stati i tuoi principali incarichi in Nuovi Orizzonti?
Sono in Nuovi Orizzonti da cinque anni e lavoro a tempo pieno per le attività dell’opera. Mi sono occupato del coordinamento generale della comunità e dell’organizzazione dei grandi eventi come questo [quello di Pentecoste, ndr] oltre che di organizzare la rete, a livello nazionale e internazionale, dei responsabili delle varie regioni e città, attraverso la realizzazione di un database interno con i tanti nostri contatti. L’obiettivo è far in modo che tutti coloro che desiderano collaborare con Nuovi Orizzonti possano avere facilmente le informazioni che desiderano ed essere coinvolti nelle attività che permettano loro di mettere a frutto i propri talenti specifici. Praticamente svolgo per Nuovi Orizzonti qualcosa di simile a quello che un tempo facevo per Telecom Italia e questo è un bel dono che Dio mi ha fatto. Ho la grazia di poter utilizzare i miei talenti – che sono di Dio – per un’Opera che è certamente Sua, come Nuovi Orizzonti, dove c’è bisogno anche di competenza tecnica. Così come Pietro, che da pescatore è stato chiamato a divenire “pescatore di uomini”, a “gettare le reti” su qualcosa di più importante, ho avuto il dono d’essere passato da ingegnere a “ingegnere di Dio”, e sono molto contento per questo. Tra le mie attività nel movimento c’è anche il canto: la musica è infatti un mezzo potentissimo per far arrivare la preghiera al cuore delle persone, toccare le loro corde più profonde, quelle dell’anima.
Da qualche anno non lavori più per Telecom Italia. È difficile fare evangelizzazione sul posto di lavoro?
Ho vissuto un’esperienza meravigliosa poco prima della conversione definitiva: ho assistito alla formazione di un cenacolo con i colleghi di lavoro, con quelle persone con cui normalmente trascorri 8-10 ore al giorno e dove spesso vivi le relazioni più difficili. Lì ho fatto l’esperienza che la preghiera è uno strumento di comunione formidabile. La preghiera ti permette di conoscere l’altro nel profondo del suo cuore e quando lo conosci lì… non puoi non volergli bene! E così si è creata una comunione profonda anche con quei colleghi che fino al giorno prima pensavo di non sopportare! Ogni mercoledì e venerdì all’ora di pranzo, io e un mio collega abbiamo iniziato a trovarci per pregare un rosario insieme. Si è poi aggiunta una terza persona, una quarta, una quinta, fino a diventare, nel giro di poco tempo oltre trenta. Questo cenacolo in Telecom Italia è diventato un luogo di grazia per tanti e molti componenti di questo gruppo hanno vissuto un’esperienza di profonda conversione personale. Chi è rimasto continua a pregare insieme il rosario tre volte a settimana, cosa non proprio comune in un luogo di lavoro. Io ho lasciato l’azienda nel 2011 e ora sono impegnato a tempo pieno nell’opera Nuovi Orizzonti. Grazie a Dio lo faccio assieme a mia moglie ed è bello poter condividere, proprio in un rapporto di coppia, e dentro l’esperienza della vita quotidiana, un legame profondo con il nostro centro, che è Dio.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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