“Profondo disappunto” da parte dei vescovi statunitensi. Nei giorni scorsi, infatti, il Congresso Usa ha deciso di non inserire nella proposta di legge “omnibus” 2016 la Legge contro la discriminazione sull’aborto (Abortion Non-Discrimination Act, Anda in sigla). Come ricorda la Radio Vaticana, il provvedimento presentato nel 2011, mira a tutelare meglio l’obiezione di coscienza in materia di aborto, garantendo quindi alle istituzioni religiose che offrono servizi sanitari e di assistenza la libertà di servire i più bisognosi seguendo le loro convinzioni morali sul rispetto della vita umana.
Mons. Joseph E. Kurtz, presidente della Conferenza episcopale statunitense, ha pubblicato una nota nella quale si dice “profondamente preoccupato” per il fatto che “un principio fondante che in passato ha sempre avuto un ampio consenso bipartisan sia diventato improvvisamente una questione di parte”. Secondo il presule, “nessuno dovrebbe essere costretto dal Governo a partecipare attivamente in quello che considera l’uccisione di una vita innocente. Qui non si tratta di ‘accesso’, all’aborto. In gioco è il principio per cui i credenti e coloro che si oppongono all’interruzione volontaria della gravidanza e alla sua copertura finanziaria debbano essere obbligati a parteciparvi”.
Citando le parole rivolte il 24 settembre da Papa Francesco al Congresso, il presidente dei vescovi Usa esorta a rinnovare quello “spirito di collaborazione, che ha procurato tanto bene nella storia degli Stati Uniti con rispetto per le nostre differenze e per le nostre convinzioni di coscienza” e a superare le divisioni per difendere questo diritto fondamentale. “La missione della Chiesa nell’arena pubblica – conclude la dichiarazione – è di testimoniare la dignità di ogni essere umano e difendere la libertà di agire in conformità con le proprie convinzioni religiose” in difesa delle vite più vulnerabili.