Motherhood

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Ogni bambino che nasce è una speranza per il domani

Aborto e contraccezione non sono la strada giusta per difendere la natura

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Il tema del rispetto della natura è tra quelli che vengono maggiormente proposti ai giovani. Se ne parla già alle scuole elementari, invitando gli allievi alla cura dell’ambiente.
L’amore del creato è un elemento essenziale nella formazione umana. Perciò, anche negli ambienti scolastici è importante formare le coscienze ed educare ad un sano interesse per questi temi.
Di fronte a certe stimolazioni la risposta dei ragazzi è generalmente positiva. E’ il frutto di una sensibilità innata che spinge i giovani ad impegnarsi con generosità in sfide etiche importanti.
Purtroppo, però, in questo percorso apparentemente positivo non mancano le insidie. C’è chi ha tentato di strumentalizzare la sensibilità ambientalista dei giovani per cercare di trasmettere messaggi fuorvianti.
Si è molto diffusa, negli ultimi anni, una tendenza all’ecologia catastrofista, che vede nell’essere umano una specie di “malattia” della Terra. Secondo certi estremisti, la crescita della popolazione rischierebbe di provocare la progressiva distruzione del mondo. Secondo loro, sulla Terra saremmo già in troppi. Di conseguenza, per evitare la fine, sarebbe necessario ridurre fortemente le nascite.
C’è chi si preoccupa del destino dell’orso, della tigre e della foca monaca. Ma poi difende il cosiddetto “diritto all’aborto” e si augura che le culle siano sempre più vuote.
Questo è uno dei tanti messaggi fuorvianti che vengono trasmessi ai giovani, con la scusa di favorire una maggiore coscienza ambientale.
Si parte dal rispetto per l’ambiente e si arriva alla diffusione di una terribile non-cultura contro la Vita.
Il modo di operare è semplice. Si inizia puntando l’obiettivo su alcuni problemi che sono sotto gli occhi di tutti: inquinamento, traffico, mancanza di spazio per il verde, senso di oppressione delle grandi metropoli. Sono problemi reali, che certamente non vanno sottovalutati.
Poi si passa al lavaggio del cervello. Con la scusa dell’ecologia, si cerca di condurre i ragazzi verso altri terreni ideologici.
Il punto d’arrivo è una sensazione di terrorismo. Si spingono i giovani a credere che la nascita di un bambino in più possa rappresentare un serio pericolo per l’umanità. Perciò sarebbe necessario incrementare l’uso della contraccezione, difendere il ricorso all’aborto e limitare le nascite.
Alle radici dell’ecologismo catastrofista c’è il tentativo egoista di dominare i più deboli, mantenendo i propri privilegi di ricchezza e di opulenza.
Invece di aiutare concretamente i Paesi più poveri, si preferisce offrire loro pillole e preservativi. Questo è semplicemente un modo per scaricarsi la coscienza e per ignorare il reale problema della fame e dell’emarginazione dei popoli.
Alcuni giovani in buona fede, purtroppo, hanno abboccato all’amo dell’ambientalismo contro la Vita. Si sono lasciati ingannare dall’illusione del controllo delle nascite come soluzione facile di tutti i problemi. Hanno cominciato a considerare l’aborto e la contraccezione come una specie di “cura inevitabile” per salvare il mondo.
Ecco dove può condurre un’errata visione dell’ambientalismo. Si arriva al punto di creare una specie di nuova religione ecologista, con i suoi dogmi intoccabili, che non possono essere messi in discussione.
È vero che esistono problemi di inquinamento e di degrado ambientale, ma la strada da percorrere non può essere quella di eliminare l’essere umano.
Basta poco per evitare il degrado del nostro pianeta: un po’ d’educazione in più. Ma senza estremismi. Aiutiamo i giovani a capire che l’uomo non è una malattia del pianeta e che ogni bambino che nasce rappresenta un segno di speranza per il nostro domani!
È questa la giusta strada da percorrere per salvaguardare il mondo che il Signore ci ha affidato.

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Carlo Climati

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