Emarginazione a Roma: l’allarme di Sant’Egidio

Su 7700 persone senza fissa dimora, solo 2500 trovano un riparo per dormire. I dati riferiti dal presidente Impagliazzo, in occasione della presentazione della 26° “Guida Michelin dei poveri”

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“È l’isolamento sociale la prima causa che determina la povertà e che porta tanti, anche giovani, a vivere per strada”. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, presentando questa mattina la 26° edizione della guida DOVE mangiare, dormire, lavarsi, più nota come la “Guida Michelin dei poveri”, ha lanciato un grido di allarme sulla fragilità del tessuto sociale italiano.

Di fronte all’aumento dei senza fissa dimora nel nostro Paese, registrato dalle ultime rilevazioni Istat (dai 47.648 del 2011 agli attuali 50.700), Impagliazzo ha invocato la necessità di una maggiore inclusione per proteggere le persone più vulnerabili e a rischio di povertà: “All’inizio del Giubileo occorre sottolineare che la misericordia significa oggi anche ricostruire tante reti sociali che si sono rotte o frammentate”.

Colpisce, ha precisato, “che il 78 per cento delle persone che si trovano in strada oggi sia solo e provenga in gran parte da storie di isolamento legate principalmente alle separazioni: se viene meno la famiglia, grande motore del welfare italiano, ci si ritrova in difficoltà e più facilmente in povertà”.

Basta pensare agli immigrati che sono tra i soggetti più a rischio di finire in strada, proprio per la lontananza del sostegno delle famiglie di origine: “Sarebbe bene allargare la possibilità dei ricongiungimenti familiari, ora riservata solo ai parenti più stretti”.

Un altro fattore importante di tenuta sociale – ha sottolineato Impagliazzo – è rappresentato dal lavoro, che “la nostra Costituzione non a caso inserisce nel suo primo articolo, come valore sociale e non solo economico”.

A questo proposito ha citato l’esperienza fatta a Roma dalla Città Ecosolidale della Comunità di Sant’Egidio. Questo centro di raccolta di beni materiali destinati alle persone in difficoltà – che solo, per fare un esempio, distribuisce ogni settimana 5 tonnellate di vestiti – ha ridato lavoro a decine di persone, con una cooperativa, restituendo a tutti loro dignità e offrendo un percorso di reinserimento sociale: “Non è sufficiente il reddito minimo, ma occorre che sia temperato dall’offerta di lavoro”.

L’isolamento è inoltre una delle cause più importanti di morte degli anziani. Di alcuni di loro, purtroppo, si viene a scoprire dopo giorni e giorni, a volte mesi, come nel caso di Maria Carmela, la donna di Ponte di Nona che è stata ritrovata senza vita addirittura dopo due anni.

Il programma Viva gli Anziani, promosso da Sant’Egidio in 4 storici rioni romani, ha proprio l’obiettivo di proteggere gli ultrasettantacinquenni con una rete sociale che va dal vicino di casa, al negoziante, al farmacista, a tutti coloro che hanno contatti con gli abitanti più fragili di questi quartieri.

Per quanto riguarda Roma, Impagliazzo ha segnalato che tra le 7.700 persone che vivono per strada solo 2.500 circa hanno la possibilità di dormire al riparo: 3mila lo trovano in alloggi di fortuna e 2.500 non hanno nulla. C’è stata anche una diminuzione dell’offerta dovuta anche all’onda lunga di Mafia Capitale che ha rallentato o bloccato alcuni appalti per la gestione dell’accoglienza notturna. Ciò ha fatto registrare cento posti letto in meno.

Aumenta allo stesso tempo però la generosità: a Roma le associazioni che svolgono un servizio di strada sono oggi 40, tre in più rispetto all’anno scorso e sono oltre 2500 i romani che gratuitamente, tutte le settimane dell’anno, si impegnano in questo modo portando non più solo panini ma vere e proprie cene a chi vive per strada.

È anche effetto della predicazione e dell’insistenza di Papa Francesco sull’accoglienza nei confronti dei poveri: “Forse – commenta Impagliazzo – in questo Giubileo ci saranno meno pellegrini a Roma rispetto agli altri anni santi, ma questo aumento della solidarietà si iscrive bene nel Giubileo della Misericordia”.

Impagliazzo ha infine ricordato i pranzi di Natale con i poveri della Comunità di Sant’Egidio che quest’anno viene lanciato con l’hastag #MercyChristmas. Le previsioni parlano della partecipazione di 200.000 persone nel mondo (20mila solo a Roma): tante tavolate in tutti i continenti (la più conosciuta, quella di Roma a Santa Maria in Trastevere, dove quest’anno è prevista la presenza del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin) con senza dimora, anziani soli, rifugiati, detenuti e – soprattutto in Africa, America Latina e Asia – bambini che vivono in strada o frequentano, nelle periferie delle grandi città,  le Scuole della Pace di Sant’Egidio.

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ZENIT Staff

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