The Works of Mercy

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Le Misericordie… nell’Anno della Misericordia

Mons. Antonio Interguglielmi, responsabile per le aggregazioni laicali, spiega il legame delle Confraternite con la tradizione dei Giubilei

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Le Confraternite sono nate tutte nel segno della Misericordia, che è al centro di questo Anno Giubilare, voluto da papa Francesco: tra di esse le Misericordie – la prima nasce nel 1244 a Firenze – un particolare tipo di confraternite, caratterizzate dalla cura agli appestati e ai moribondi.
Le Confraternite possono essere divise in tre grandi famiglie, spiega monsignor Antonio Interguglielmi, responsabile, nel Vicariato di Roma, per le aggregazioni laicali, le Confraternite di mestiere e nazionali, nelle quali i membri si uniscono attorno al culto del santo patrono, accomunati dalla professione o dalla nazionalità o cittadinanza (famose a Roma e ancora oggi molto attive le confraternite dei Siciliani, dei Genovesi, degli Orafi, dei Macellai, ecc.).
Divengono così luoghi di incontro e di preghiera, ma anche strumenti di mutuo soccorso tra gli associati. La seconda categoria è costituita dalle Confraternite di devozione, che hanno il loro scopo fondamentale nell’incremento del culto e delle varie forme di devozione, come il rosario o l’Adorazione del Santissimo Sacramento.
Vi sono infine le Confraternite dei penitenti, le quali si orientano all’inizio verso forme di espiazione, attraverso riti e liturgie  che (nati nel medioevo) risultano talvolta singolari per i nostri tempi – come i cosiddetti battenti – ma che poi si orientano anch’esse verso l’esercizio della carità.
In che modo le confraternite sono espressione concreta della misericordia?
Tutte e tre le categorie completano la loro azione attraverso l’esercizio da parte dei propri associati delle opere di misericordia corporale, come la cura degli appestati, la costruzione dei primi ospedali, l’aiuto ai poveri, l’accoglienza dei pellegrini: si pensi che sono proprio le Confraternite che, nel Medioevo, alle sei evangeliche, aggiungono la settima opera di misericordia: la sepoltura dei morti.
Ancora oggi, oltre alle caratteristiche processioni e celebrazioni che tutti conoscono, le Confraternite svolgono un’opera di assistenza ai poveri, ai malati e di carità attiva.
Non va poi dimenticato che proprio “Misericordia” è il nome di numerose confraternite e cattoliche che nascono per l’assistenza dei “bisognosi”: in Italia la più antica è la Misericordia di Firenze, fondata nel 1244.
Oggi in Italia le Confraternite di Misericordia dedicano la loro attività soprattutto al soccorso sanitario in vari modi e in particolare con le ambulanze; in Toscana e in altre regioni sono in convenzione con i Servizi del 118 e delle ASL per il trasporto socio-sanitario, ma anche per la gestione di ambulatori e altra attività sanitaria, fino anche alle residenze per anziani.
Chi può far parte di una confraternita?
Le Confraternite sono la prima forma di associazionismo dei laici nella Chiesa. Gli organi e l’Assemblea delle Confraternite sono infatti formati da persone laiche, sotto la guida e l’assistenza di un sacerdote, nominato dal Vescovo.
Quindi la Confraternita è composta e gestita da laici, attraverso l’elezione di propri Organi, come previsti dallo Statuto, pur sempre sotto il controllo dell’autorità ecclesiastica, in quanto si tratta di associazioni pubbliche di fedeli, erette dunque dall’Autorità stessa.
Tutti i sodali sono dunque volontari, pur essendovi talvolta anche dei dipendenti, come può avvenire per il personale medico e paramedico delle Misericordia e come avviene, del resto, anche in una parrocchia.
Il personale dipendente deve essere un’eccezione, limitata e non caratterizzante l’associazione, perché la caratteristica fondamentale delle Confraternite è sempre quella di un’opera volontaria svolta dai fedeli cristiani che intendono dare testimonianza concreta della loro fede, attraverso l’esercizio e la collaborazione all’incremento del culto pubblico, la carità e l’esercizio delle opere di misericordia.
Quali sono le iniziative più rilevanti delle Confraternite per il giubileo della Misericordia?
Nella nostra diocesi di Roma, l’Ufficio Diocesano delle Confraternite, insieme alle Confraternite romane, ha organizzato un corso di formazione sulla storia del Giubileo e le testimonianze di arte e fede presenti nella nostra città. Aperto a tutti i fedeli è stato però pensato soprattutto per aiutare le guide turistiche nella loro preziosa opera di spiegazione ai gruppi dei pellegrini che arriveranno nella nostra città in occasione del giubileo della Misericordia. L’associazione delle Guide turistiche lo ha pubblicizzato tra i suoi iscritti. La risposta è stata a dir poco sorprendente: abbiamo oltre cinquecento iscritti e dopo le prime quattro lezioni – il corso è iniziato a novembre e terminerà a fine gennaio – il numero dei partecipanti continua ad aumentare, tanto che siamo stati costretti a trovare una sede più grande per poter accogliere tutti.
Le Confraternite romane, inoltre, collaborano all’accoglienza dei pellegrini e all’organizzazione degli eventi previsti nel Giubileo, anche attraverso l’opera di assistenza delle Misericordie, che l’ho già ricordato, sono anch’esse delle Confraternite.
C’è un legame stretto tra la tradizione del Giubileo e le Confraternite: entrambe sono infatti legate alla Grazia dell’indulgenza. Molte Confraternite romane nel Medioevo ricevettero infatti il privilegio di poter concedere indulgenze ai propri membri e questa caratteristica permise a molte di queste Associazioni di espandersi notevolmente. La loro testimonianza di fede è ancora oggi fondamentale: papa Francesco ne parla nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium sottolineando che il valore della pietà popolare e della devozione, di cui le Confraternite sono depositarie, non è qualcosa di antico e oramai solo folcloristico. Il Santo Padre nell’Esortazione Apostolica vi dedica un intero paragrafo, intitolato Forza evangelizzatrice della pietà popolare (nn. 122-126), in cui si legge tra l’altro: “Siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla (…) le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla Nuova Evangelizzazione.
Don Antonio, come vive il Giubileo, la città di Roma?
Siamo in un periodo di grande instabilità e confusione, tante persone hanno perso i punti di riferimento nella loro vita e questo genera tante sofferenze e divisioni. Si è persa sempre più la capacità di comprendere, di perdonare: i rapporti umani sono superficiali se non utilitaristici, è sempre più difficile andare verso l’altro, perché si è persa la capacità di donarsi, in fondo di amare. Questo è quello che quotidianamente sperimento nel mio ministero di sacerdote, una grande solitudine delle persone che è amplificata ancora di più in una città grande e problematica come Roma. La nostra esperienza di cristiani è di grande aiuto: perché il Perdono è la più grande forma di amore, che ci è donata da Gesù Cristo; questo Giubileo della Misericordia lo vorrei definire come un segno della Provvidenza di Dio: un intero anno giubilare dedicato alla Misericordia può essere una splendida opportunità per risanarci interiormente, per ricostruire la nostra vita e i rapporti con gli altri. Proprio di questo parla papa Francesco nella Bolla di Indizione del Giubileo della Misericordia.

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ZENIT Staff

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