Nella sua seconda Udienza Generale dall’inizio del Giubileo, papa Francesco ha spiegato i motivi della sua scelta di aprire Porte Sante non solo a Roma ma in tutto il mondo. “Ho desiderato che questo segno della Porta Santa fosse presente in ogni Chiesa particolare, perché il Giubileo della Misericordia possa diventare un’esperienza condivisa da ogni persona”, ha dichiarato il Pontefice.
La prima Porta Santa, aperta a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, lo scorso 29 novembre è quindi “il segno visibile della comunione universale”, ha aggiunto il Papa, auspicando che la “comunione ecclesiale” diventi sempre più intensa, perché la Chiesa sia nel mondo il segno vivo dell’amore e della misericordia del Padre”.
Altro elemento di originalità di questo Anno Santo è stata la scelta della data di inizio: l’8 dicembre è il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, che “ha contemplato e presentato la Chiesa alla luce del mistero della comunione”, nonostante la presenza di “tante chiese particolari in tutto il mondo”.
È proprio la comunione che rende la Chiesa “segno dell’amore del Padre”, che “cresce e matura nel nostro cuore, quando l’amore, che riconosciamo nella Croce di Cristo e in cui ci immergiamo, ci fa amare come noi stessi siamo amati da Lui. Si tratta – ha proseguito Francesco – di un Amore senza fine, che ha il volto del perdono e della misericordia”.
Il perdono e la misericordia, tuttavia, non devono rimanere “belle parole” ma “realizzarsi nella vita quotidiana”, diventando “il segno concreto e visibile che la fede ha trasformato i nostri cuori e ci consente di esprimere in noi la vita stessa di Dio”, ha sottolineato il Santo Padre.
“Amare e perdonare come Dio ama e perdona”, rappresenta “un programma di vita che non può conoscere interruzioni o eccezioni, ma ci spinge ad andare sempre oltre senza mai stancarci, con la certezza di essere sostenuti dalla presenza paterna di Dio”.
Il Papa si è poi soffermato sul significato del passaggio della Porta Santa, la quale simboleggia Gesù stesso, che afferma: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9).
L’attraversamento della Porta Santa è quindi “il segno della nostra fiducia nel Signore Gesù che non è venuto per giudicare, ma per salvare (cfr Gv 12,47)”.
Il Pontefice ha quindi aggiunto in modo semiserio: “State attenti, che non ci sia qualcuno un pò furbo, che vi dica che si deve pagare, la salvezza non si compra! La porta è Gesù ed è gratis! La salvezza è gratis. È segno di una vera conversione del nostro cuore”.
Varcare la Porta Santa, ha continuato, implica “tenere spalancata anche la porta del nostro cuore”, avendo chiaro che l’Anno Santo non avrebbe efficacia “se la porta del nostro cuore non lasciasse passare Cristo che ci spinge ad andare verso gli altri, per portare Lui e il suo amore”.
L’apertura della Porta Santa è dunque “il segno dell’accoglienza che Dio stesso ci riserva”, affinchè “anche la nostra porta sia sempre spalancata per non escludere nessuno, neppure quello o quella che mi dà fastidio”.
Non meno importante durante il Giubileo, ha puntualizzato il Santo Padre, è la confessione: l’accostamento a questo sacramento “equivale a fare esperienza diretta della sua misericordia”: non solo “Dio ci comprende anche nei nostri limiti e contraddizioni” ma, “proprio quando riconosciamo i nostri peccati ci è ancora più vicino e ci sprona a guardare avanti” e prepara per noi una “festa in Cielo”.
C’è tante gente che ammette: “Non riesco a perdonare“, ha aggiunto il Papa. “Ma come si può chiedere a Dio di perdonare noi, se poi noi non siamo capaci di perdono?”.
<p>Perdonare “non è facile”, con le nostre sole forze è impossibile, tuttavia, “se ci apriamo ad accogliere la misericordia di Dio per noi, a nostra volta diventiamo capaci di perdono”.
In conclusione, Francesco ha esortato a iniziare il Giubileo “con questi segni che comportano una grande forza di amore”, lasciando che il Signore ci accompagni “per condurci a fare esperienza di altri segni importanti per la nostra vita”.
Il testo integrale della catechesi del Papa è disponibile qui.