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Dono della tentazione

L’umiltà ci fa scoprire la bellezza d’un primato vissuto e raccomandato da Gesù: servire gli altri

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Mi sembra di aver capito meglio S.Paolo quando, tormentato dalla tentazione, chiedeva a Dio di essere liberato dalla “spina della carne”. Ma si è sentito rispondere  di non chiedere di essere liberato da un “dono” che gli rivela la sua debolezza, che gli garantisce la “grazia”. “Me ne glorierò affinché dimori in me la potenza di Dio”.

Per un certo periodo mi dava fastidio la tentazione di “prevalere” sugli altri. Finchè uno sguardo in su mi ha fatto sentire ridicolo.

Ora, di fronte alla tentazione, mi metto a sorridere e non mi sorprendo, né mi rammarico più; ho cessato di indignarmi o indispettirmi per la costante “fatica” di prendere coscienza dei miei limiti.

L’attrazione alle creature suscita una reazione uguale e contraria verso il Creatore.

La tentazione la vedo e la prendo come la vede e me la procura Dio…: è come trovarmi di fronte a un dono; è un dono che mi offre la possibilità di conoscere me e di conoscere Lui.

Ora so perché – mi sussurra un amico – da un po’ di tempo a questa parte ti vedo sempre più sorridente.

Si vede che le tentazioni che si moltiplicano sono diventate tuo svegliarino; sono l’occasione di un nuovo sorriso che testimonia l’amore ricevuto da Dio e da riversare sul prossimo.

La presa di coscienza della tua debolezza ti distoglie dalla vana rincorsa alla  “pre-minenza” e rende ridicola la volontà di “pre-siedere” perché ti mette e ti trattiene  a misura del prossimo. Se nei tuoi limiti sta scomodo l’io, sta a suo agio Dio.

L’umiltà ti fa scoprire e gustare la bellezza d’un primato vissuto e raccomandato da Gesù: servire gli altri.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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