“Il Papa è venuto come pellegrino per invitarci alla pace. Ora noi dobbiamo farci pellegrini di pace nel nostro stesso Paese”. È quanto dichiara all’agenzia Fides mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, spiegando il suo gesto di percorrere a piedi il quartiere musulmano PK5, dopo le tensioni dei giorni scorsi per l’esclusione della candidatura dell’ex Presidente François Bozizé alle elezioni presidenziali.
“Ieri ho fatto fermare l’auto e ho proseguito a piedi nel quartiere PK5 insieme ai giovani, in una carovana della pace, salutando coloro che incontravamo nel nostro passaggio. Dobbiamo far cadere il muro della paura e della diffidenza, per andare incontro all’altro, salutandolo e parlando con lui”, spiega mons. Nzapalainga. “Ho camminato nel quartiere come pellegrino di pace, invitando gli uni e gli altri ad accogliersi e a perdonarsi e a ricostruire il Paese sulla base della riconciliazione, che possiamo tradurre nel termine della Misericordia che Papa Francesco è venuto a proporci”.
A proposito della visita che il Santo Padre ha effettuato nel Paese, mons. Nzapalainga afferma che “sono per primi i musulmani a dire ‘il Papa è venuto, vogliamo la pace, non vogliamo più la guerra’. Il Papa ha segnato profondamente la comunità musulmana. È significativo che i giovani musulmani del quartiere PK5 abbiano deposto le armi per parlare con i loro fratelli cristiani”. “Lo spirito che ci ha donato il Papa continua dunque a soffiare sul Paese”, conclude mons. Nzapalainga.