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La Terra Santa apre le sue Porte della Misericordia

Da Gerusalemme ad Haifa, da Betlemme a Nazareth: l’episcopato raccomanda il pellegrinaggio “in segno di penitenza per i peccati contro la pace e per la giustizia in Medio Oriente”

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In occasione del Giubileo, gli Ordinari Cattolici di Terra Santa hanno compiuto delle scelte comuni precise rivolte sia ai loro fedeli sia ai pellegrini che visiteranno il luoghi santi durante l’anno della misericordia.

La commissione episcopale per i pellegrinaggi ha quindi invitato i pellegrini che visiteranno la Terra Santa a partecipare all’apertura di una delle seguenti porte della misericordia:

  • Gerusalemme, Basilica del Getsemani, 13 dicembre 2015, ore 16
  • Haifa, Cattedrale Melkita, 13 dicembre 2015
  • Haifa, Cattedrale Maronita, 13 dicembre 2015
  • Amman,  Cattedrale Melkita, 13 dicembre 2015
  • Nicosia, Cattedrale Maronita,  13 dicembre 2015
  • Betlemme, Chiesa di Santa Caterina, 24 dicembre 2015, ore 23.15
  • Nazareth, Basilica Annunciazione, 27 dicembre 2015, ore 10

La visita di questi luoghi santi, durante l’anno della misericordia, è raccomandata “in segno di penitenza per tutti i peccati contro la pace, la riconciliazione e la giustizia in Medio Oriente”, dichiara in un comunicato, Pietro Felet, scj, Segretario generale AOCTS e Segretario commissione episcopale per i pellegrinaggi.

“Varcare la Porta della Misericordia al Getsemani, a Betlemme o a Nazareth – prosegue padre Felet – per acquistare l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni, non è un rito prescritto vuoto di significato, ma una promessa pubblica di impegno concreto, personale e comunitario per un mondo migliore”.

Ciò aiuterà, sottolinea il dehoniano, “a non dimenticare, durante il pellegrinaggio, l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale che si possono vivere”, in particolare “pregando, la domenica, con una comunità parrocchiale preferendo quella più isolata e lontana dai grandi centri”, ed esercitando, così, la “comunione di fede”.

Il Giubileo della misercordia, aggiunge Felet, si potrà vivere anche “passando un po’ di tempo con anziani, malati, giovani diversamente abili, rifugiati, ospiti di tante istituzioni religiose”, nel segno della “prossimità d’amore.

“Gli Ordinari Cattolici di Terra Santa desiderano che questo nostro programma sia fatto conoscere e inserito nell’itinerario del pellegrinaggio”, conclude poi il Segretario commissione episcopale per i pellegrinaggi.

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ZENIT Staff

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