“Ecclesia semper reformanda”. Richiama uno dei più noti passaggi della Lumen Gentium, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin per commentare il recente scandalo Vatileaks 2 che ha investito in questi ultimi mesi la Santa Sede e per cui è in corso un processo con cinque imputati.
A ZENIT e ad altri colleghi della stampa, a margine della presentazione del libro di Angelo Scelzo Il Giubileo. La Misericordia. Francesco presso l’istituto Patristico Augustinianum, il porporato suggerisce tuttavia l’approccio a questa triste vicenda che ha visto per la seconda volta trafugare documenti riservati del Papa e del Vaticano.
Ed è un approccio di misericordia, in linea al Giubileo ad essa dedicato che si aprirà martedì prossimo.
“La Chiesa deve essere sempre riformata – afferma il cardinale -. Credo che questo Giubileo richiami anche a questo impegno di riforma e di conversione all’interno della Chiesa. Alla luce sempre della misericordia di Dio, che ci impedisce di disperare dei nostri limiti e dei nostri peccati che ci sono, ma di farne quasi un trampolino di lancio per diventare più misericordiosi nei confronti degli altri”.
L’Anno Santo, dunque, “può e deve essere un faro di luce”, oltre che per i drammi del mondo moderno, anche per le ombre gettate all’interno della Chiesa.
Circa i tempi del processo, Parolin sottolinea che “è un dato di fatto che esso non finisca prima del Giubileo, proprio per assicurare il diritto alla difesa delle persone che vi sono coinvolte”. La prima udienza è fissata, infatti, alla vigilia dell’apertura della Porta Santa, lunedì 7 dicembre. “C’è necessità di maggiore tempo e spazio perché gli avvocati possano conoscere e studiare gli atti. Quindi si prevedono tempi più lunghi per la conclusione”, spiega il porporato.
Interpellato poi sulle emergenze climatiche, il segretario di Stato – che a fine novembre è intervenuto alla Cop21 di Parigi – dice: “Il Papa ha trattato tali temi nella Laudato si’ dicendo che all’uomo Dio ha affidato il mondo e il creato non solo per sfruttarlo ma per custodirlo. E questa custodia mi pare una dimensione fondamentale della misericordia, cioè chinarsi con quel rispetto e quell’attenzione per il creato che deve diventare la casa di tutti, la casa comune”.
Ciò comporta un cambiamento degli stili di vita. “Questo – evidenzia – è un tema su cui la Santa Sede insiste molto, anche adesso partecipando alla Conferenza di Parigi. Oltre che per gli aspetti tecnici dei quali non abbiamo una competenza diretta, piuttosto su quanto concerne l’educazione per uno stile di vita meno aggressivo, di custodia, che sappia rispettare e tutelare”.
Infine, sulla intesa che i circa 100 paesi partecipanti auspicano di raggiungere a fine Conferenza, il card. Parolin rimarca che anche il Vaticano si pone “in favore del raggiungimento di un accordo che sia vincolante – anche se non tutti i paesi partecipanti sono d’accordo – in modo che questa Cop21 di Parigi sia un autentico passo avanti. Altrimenti c’è il rischio di continuare a discutere senza mai scendere al concreto e adottare azioni pratiche proprio per risolvere determinati problemi”.
“Mi faceva impressione a Parigi – conclude il segretario di Stato vaticano – come tutti i capi di Stato intervenuti hanno sottolineato l’urgenza e la gravità del momento. E hanno detto: ‘Se non agiamo adesso, non avremmo più tempo per agire’. Ecco quindi è il tempo di agire e non di fermarsi a delle dichiarazioni”.