Council of Europe building in Strasbourg

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Roma celebra la "coscienza d'Europa"

Si è tenuto ieri a Palazzo Barberini, in presenza delle più alte cariche dello Stato, un convegno sui 65 anni della Convenzione europea 

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Consiglio d’Europa, Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, Corte europea dei diritti dell’uomo. Sono questi i temi affrontati ieri mattina, presso Palazzo Barberini, a Roma, in occasione del convegno La Coscienza dell’Europa – Il ruolo della Corte di Strasburgo nella tutela dei diritti umani.

Presenti, tra gli altri, le tre massime cariche dello Stato (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini), nonchè il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sandro Gozi, e la vice-segretaria generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini Dragoni.

Quest’ultima, giunta direttamente da Strasburgo, ha ricordato che fu proprio a Roma, il 4 novembre 1950, che venne firmata la Convenzione europea, che ha definito “l’impegno assunto dall’Europa per garantire libertà politiche e civili sancite due anni prima dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

La Battaini Dragoni ha sottolineato i risultati ottenuti dalla Convenzione in questi 65 anni: abolizione della pena di morte e della tortura; inserimento delle libertà fondamentali negli ordinamenti giuridici di 47 Paesi; libertà e diritti quali la libertà d’espressione, di riunione, di pensiero e di religione; diritto al rispetto della vita privata e a un equo processo e all’uguaglianza di fronte alla legge.

“La Convenzione – ha proseguito – è diventata il collante che tiene unito il nostro continente, nonostante le molte differenze e le rivalità storiche e politiche tra i nostri Stati. E’ diventata la base su cui poggia lo spazio giuridico europeo, fondato su norme condivise”. Soprattutto – la riflessione della Battaini Dragoni – “è diventata una pietra miliare nel diritto internazionale”.

La vice-segretaria allude alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sorta in virtù di questo Trattato. “La Corte – ha detto – rappresenta un successo considerevole, e dimostra quali risultati si possono ottenere quando i leader politici sono disposti a mettere da parte il cauto nazionalismo per conseguire il nostro bene comune”. Punto di forza della Corte, secondo la Battaini Dragoni, è il fatto che “chiunque (singolo individuo o gruppo di persone) ritenga di avere subito una violazione dei propri diritti” può rivolgervisi.

Di qui il richiamo alle parole di papa Francesco, che giusto un anno fa visitò la Corte durante il suo viaggio a Strasburgo, definendola “la coscienza dell’Europa” per il rispetto dei diritti umani.

La Battaini Dragoni ha quindi spiegato l’importanza della Corte nel contesto attuale, in cui ci si trova a “dovere affrontare una nuova e pericolosa minaccia terroristica”. Ha rilevato che “i governi stanno, a ragione, cercando di reagire tempestivamente, assicurandosi che i nostri servizi di sicurezza dispongano degli strumenti necessari per proteggere i cittadini”.

In tale contesto svolge un ruolo preminente la Corte, vigilando affinché “le misure adottate dai governi siano conformi alla Convenzione e alla giurisprudenza della Corte”, per non sacrificare la libertà sull’altare della sicurezza. Ed ecco che “le disposizioni della Convenzione rappresentano una guida pratica per i legislatori, i politici, i funzionari di ogni ordine e grado e contribuiscono a garantire che le nostre risposte alle minacce poste alla sicurezza siano fondate sui principi del rispetto e della proporzionalità”.

Altro esempio d’attualità che dimostra l’importanza della Corte, è la crisi dei rifugiati. “Di fronte ai flussi migratori senza precedenti, alle migliaia e migliaia di persone che attraversano le nostre frontiere, la Convenzione è un punto fermo di riferimento”, ha affermato la vice-segretaria. Che ha ricordato le “norme basilari di trattamento” che devono essere garantire a “qualsiasi individuo che giunge nei nostri territori”: ricovero, servizi igienici, assistenza sanitaria.

La Battaini Dragoni ha poi riconosciuto che la Corte è un sistema che va ancora migliorato. Ha spiegato che essa “di trovava sommersa dal numero di ricorsi che non erano mai stati adeguatamente risolti nei nostri Stati membri”. Ne sono derivate – ha soggiunto – “riforme importanti dei metodi di lavoro della Corte per affrontare il problema e, per fortuna, stiamo ora eliminando gli arretrati”.

Tuttavia – ha aggiunto – “resta ancora molto lavoro da compiere e sapete certamente che abbiamo ancora un arretrato di cari ripetitivi che evidenziano ancora l’esistenza di problemi strutturali nei nostri Stati membri, come pure un grande numero di casi da trattare in via prioritaria”.

Infine, la Battaini Dragoni ha detto che “a Strasburgo siamo estremamente orgogliosi del nostro lavoro. Siamo anche estremamente fieri dei risultati raggiunti negli ultimi 65 anni. Tuttavia – ha aggiunto – per il bene dei prossimi 65 anni, ci impegniamo a integrare maggiormente la Convenzione nella vita nazionale”. Un “aspetto essenziale – ha concluso – è la constatazione che il Consiglio d’Europa e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo continuano a rappresentare un trionfo per la libertà individuale e per i valori condivisi tra le nazioni”.

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ZENIT Staff

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