Proseguendo la conoscenza delle figure che hanno manifestato nel loro pellegrinaggio terreno la misericordia di Dio, oggi vogliamo proporre la grande beata conosciuta con il nome di Madre Speranza.
Maria Giuseppa Alhama Valera, prima di nove figli, nacque a Santomera (Murcia, Spagna), il 30 settembre 1893, da una famiglia povera che viveva del lavoro di contadino del padre e della cura amorevole della madre casalinga.
La sua vita trascorse tra le mura domestiche fino a quando un vicino della baracca dove abitava suggerì ai genitori di affidarla alla cura del parroco di Santomera, don Emauel Allaga, il quale viveva nella canonica con le due sue sorelle. Madre Speranza rimase nella casa parrochiale sino all’età di 21 anni, ricevendo una buona istruzione, senza frequentare la scuola e imparando a svolgere i lavori domestici.
Questa fu la prima tappa della sua vita, che la preparò alla maturazione e all’accoglienza della sua vocazione alla vita religiosa.
L’inizio della vita di questa grande beata ci comunica un grande insegnamento: la misericordia di Dio accompagna la vita di ogni persona a partire dalla nascita e dall’infanzia. Venire al mondo da una famiglia povera e semplice, oggi viene considerato una disgrazia ma, nel piano misterioso di Dio, la condizione disagiata può trasformarsi nella donazione gratuita di una formazione umana e spirituale che la famiglia d’origine non è nelle condizioni di offrire.
La misericordia di Dio si è manifestata attraverso l’intuizione provvidenziale di quel vicino di baracca, il quale, proponendo ai genitori di Madre Speranza di affidarla alle cura del parrocco e delle sue sorelle, ha dato voce ad una illuminata intuizione, rendendo le sue parole strumento della provvidenza di Dio.
Questa situazione si ripete anche oggi per tanti bambini, i quali nascono molto poveri ed hanno la grazia di usufruire gratuitamente di scuole cattoliche, le quali svolgono una preziosissimo lavoro di formazione scolastica per offrire un degno futuro alle nuove generazioni. La preparazione scolastica è il braccio della misericordia di Dio, la quale sottrae questi bambini alla tante forme di schiavitù, di sfruttamento e di violenza, flagelli che colpiscono continuamente e abbondantemente nel disinteresse globale dei potentanti del mondo.
La vita di Madre Speranza era da sempre caratterizzata da una chiara vocazione religiosa, ma la sua collocazione all’interno dei vari ordini della Chiesa è stato incerta. La sua prima esperienza di missione al servizio del malati risultò negativa. Sul suggerimento del Vescovo di Murcia, entrò nell’Istituto delle Figlie del Calvario di semiclausura, dove emise i voti il 15 agosto 1916, prendendo il nome di Speranza di Gesù Agonizzante. Questo ordine era composto da sole sette suore, le quali decisero di fondersi con le religiose dell’Immacolata o Missionarie Claretiane, anche loro impegnate nell’educazione umana e cristiana. Nel 1921, cinque suore, fra cui Speranza di Gesù, emisero i voti perpetui e lei si chiamò Esperanza di Santiago. Rimase in questa Congregazione per nove anni, svolgendo vari compiti: sacrestana, portinaia, economa, assistente delle bambine.
Anche questa seconda parte della vita di Madre Speranza è un compendio della misericordia di Dio, la quale permette un cammino di discernimento fino a giungere alla scoperta delle proprie capacità e talenti. Passare da un ordine religioso ad un altro, le ha permesso di conoscere differenti carismi, che gli hanno confermato la sua vocazione, quella dell’impegno nell’educazione dei giovani e della maternità premurosa ed amorevole a servizio del prossimo bisognoso.
Madre Speranza, che ha ricevuto un’educazione inaspettata e gratuita, diventa essa stessa maestra dei giovani e degli adolescenti esclusi da un mondo che, troppo facilmente, reprime il diritto all’istruzione per le fasce sociali più disagiate.
L’aspetto più affascinante di questa vicenda è la testimonianza della misericordia autentica, la quale ha la caratteristica di non giudicare nessuno che sia escluso da un’adeguata istruzione, di non condannare nessuno alla precarietà e all’insicurezza economica. La misericordia evangelica dona gratuitamente, perchè gratuitamente ha ricevuto, perdona con generosità le mancanze delle famiglie, le quali tantissive volte, non per loro colpa o per loro prigrizia ma per impossibilità oggettiva, non hanno potuto offrire un accompagnamento adeguato alla formazione dei loro figli.
Dall’età di dodici anni, Madre Speranza ricevette visioni di Santa Teresa del Bambino Gesù, la quale la invitava a diffondere nel mondo la devozione dell’amore misericordioso. Ella è rimasta sempre fedele a questa santa esortazione, impegnandosi a diffondere questa devozione attraverso i suoi scritti, firmati con il nome “Sulamitis”.
Anche qui emerge un tratto essenziale della sua missione: offrire sotto forma di scritti le parole che ha ricevuto gratuitamente e privatamente.
La misericordia di Dio arriva al cuore di ogni uomo attraverso una parola, la quale ha la forza intrinseca di illuminare, riscaldare e perdonare la vita delle persone. La diffusione della conoscenza della misericordia di Dio, accompagnata dalla grazia della conversione, è la giusta miscela della rinascita e della trasformazione della vita di tante anime confuse dall’incredulità e appesantite dal macigno delle colpe che rendono molto faticosa l’esistenza umana.
Il messaggio provvidenziale di Dio, che ha mandato il suo Figlio Gesù Cristo non per condannare ma per salvare gli uomini per mezzo di Lui, è l’annunzio della misericordia divina, la quale contiene la forza di trasformare l’uomo dal suo interiore, rendendolo a sua volta portatore di pace attraverso la testimonianza di un amore fattivo verso il prossimo.
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[La seconda parte della storia della vita di Madre Speranza sarà pubblicata martedì prossimo, 8 dicembre]