Press conference about Vatican II congress

Luca Marcolivio

Il Concilio Vaticano II e i suoi protagonisti alla luce degli archivi

Il Pontificio Comitato di Scienze Storiche lancia un nuovo congresso in occasione del 50° anniversario della chiusura

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Il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II sarà celebrato da un congresso internazionale di tre giorni sul tema Il Concilio Vaticano II e i suoi protagonisti alla luce degli archivi. L’iniziativa, promossa dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, si presenta come seguito del convegno tenuto nell’ottobre 2012, in coincidenza del cinquantesimo dell’apertura delle sessioni conciliari.

Mentre tre anni fa, i relatori avevano riflettuto in particolare sui documenti, il nuovo congresso farà luce in modo particolare sulle figure dei padri conciliari, così come emergono dai medesimi scritti.

Al momento della fissazione delle date (9-11 dicembre 2015), il Giubileo della Misericordia non era ancora stato convocato, tuttavia, la strettissima prossimità temporale con l’apertura dell’Anno Santo induce ad una riflessione sul tema stesso della “medicina della misericordia”, che San Giovanni XXIII, nel discorso inaugurale del Concilio (11 ottobre 1962), sottolineò con particolare vigore.

Tale aspetto è stato sottolineato stamattina in Sala Stampa vaticana da padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato delle Scienze Storiche, che ha annunciato la presenza al congresso di “numerosi e qualificati relatori” che metteranno in luce anche “le varie reti di opinione che ebbero un ruolo non indifferente nella formazione delle convinzioni di molti Padri conciliari, sia a livello di conferenze episcopali, sia a livello di comunità di pensiero”.

Padre Ardura ha poi ricordato il ruolo del beato Paolo VI che il 7 dicembre 1965, un giorno prima della chiusura del Concilio, “insistette sullo stretto legame tra conoscenza di Dio e conoscenza dell’uomo”, al punto che, affermò papa Montini, “per conoscere l’uomo, l’uomo vero, l’uomo integrale, bisogna conoscere Dio”.

Nell’elaborazione del programma del convegno, gli organizzatori hanno anche “tentato di rendere conto non soltanto della diversità ma ancora delle divergenze manifestatesi nel corso del Concilio”, ha aggiunto Ardura.

“L’unanimità fortemente auspicata da Paolo VI – ha proseguito il padre premostratense – per l’approvazione dei documenti conciliari ha lasciato nell’ombra le opinioni di una minoranza tuttavia ben organizzata; per questo motivo, abbiamo voluto che alcuni dei protagonisti di queste correnti fossero anche presentati nel corso di queste giornate”.

Come spiegato dal professor Philippe Chenaux, membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e direttore del Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II, il congresso ha tra gli obiettivi quello di “ripartire dagli archivi dei padri conciliari” e quello di riconciliare le “due letture contrapposte dell’evento e delle sue decisioni”.

Non si tratta di scrivere una “contro-storia” del Concilio Vaticano II, quanto, più semplicemente, di “riprendere l’indagine storica sulla base di una documentazione la più larga possibile e senza a priori di tipo ideologico, evitando di strumentalizzare la storia del concilio per fini estranei alla storia stessa, e tentando di arrivare ad una comprensione più equilibrata e più condivisa del Vaticano II”.

Lo storico, infatti, ha osservato il prof. Chenaux, “verrebbe meno al proprio compito se si limitasse a reperire e a catalogare i fondi d’archivio esistenti senza tentare di proporne un interpretazione sulla base di una serie di domande pertinenti e condivise”.

La sfida più impegnativa, ha aggiunto lo studioso, sarà quella di interpretare il “cambiamento di maggioranza tra l’inizio e la fine del concilio”, senza per questo “cadere nella trappola dell’ipotesi complottistica”.

Si cercherà poi di rispondere alle seguenti domande: “Come i padri conciliari hanno vissuto il concilio? Quale è stata la loro esperienza personale dell’evento? In quale misura questa esperienza conciliare ha condizionato il loro modo di concepire la Chiesa, il loro modo di essere vescovo? Bisogna parlare di una semplice ‘evoluzione’, oppure di una vera e propria ‘conversione’?”.

Tra i partecipanti all’evento figurano: i cardinali  Laurent Monsegwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, e Georges Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia; gli storici John O’Malley (Georgetown University) e Michael Quisinsky (Université de Fribourg).

Uno spazio significativo del Congresso sarà stato riservato agli interventi di rappresentanti della Chiesa Ortodossa Russa ed Ucraina, della Comunione Anglicana, onorando così quello che il ‘Papa buono’ definì il “grande mistero di quell’unità che Cristo Gesù con ardentissime preghiere ha chiesto al Padre Celeste nell’imminenza del suo sacrificio”.

Saranno quindi presenti tra i relatori Filaret, vescovo ortodosso di Leopoli e Galizia, David Moxon, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede e direttore della Anglican Center a Roma.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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