Sergio Mattarella

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La ricerca sul cancro, la speranza e la ricchezza d'Italia…

Celebrata al Quirinale, in presenza del presidente della Repubblica Mattarella, la Giornata nazionale per la ricerca sul Cancro

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Si è svolta ieri mattina al Quirinale, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e, tra gli altri, del presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la 18esima Giornata nazionale per la ricerca sul cancro che proprio questo anno coincide con un’altra importante data: il 50esimo anniversario dalla fondazione dell’Airc (associazione italiana ricerca sul cancro). Nel corso della cerimonia, il presidente Mattarella ha consegnato il Premio Speciale Airc “Credere nella Ricerca” al vice-presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Giuseppe Della Porta, e al Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, Umberto Veronesi, per aver dato alla ricerca oncologica la visione e il sostegno necessari per rendere il cancro più curabile.

Negli ultimi anni sono stati compiuti grandi passi in avanti nella lotta al tumore e ciò che fino a pochi anni fa sembrava incurabile, adesso diviene gestibile, stabilizzato, curato e, in alcuni casi, anche debellato. L’opera di prevenzione e diagnosi precoce assume un ruolo di fondamentale importanza e consente di ridurre le possibilità o di arrivare troppo tardi sulla malattia. Imponenti le campagne di prevenzione messe in atto sia da Airc che da altre associazioni, tutti esempi di come sia possibile per una nobile e rilevante causa riuscire a unire diversi mondi: quello dei media e dello spettacolo con quello scientifico e della sfera personale. Sul tema vengono sempre di più veicolate nuove informazioni, che devono essere chiare, corrette, senza alimentare allarmismi. Ed è proprio qui che i media ricoprono un ruolo di responsabilità.

Uno sguardo va rivolto al personale sanitario, ai medici, agli infermieri, a chi presta il proprio servizio nelle strutture di accoglienza di malati soprattutto oncologici, dove l’umiltà deve essere requisito improrogabile. Bisognerebbe sempre che ricordassero durante il loro lavoro, che le persone con cui sono a contatto non si trovano lì per diletto personale, ma perché hanno bisogno di aiuto e in loro rivedono una speranza, una mano tesa. Lo stesso presidente Mattarella ha dichiarato che “attenzione deve essere posta al dialogo con il paziente oncologico. Il fattore psicologico conta moltissimo, anche nella risposta alle terapie… l’avanzamento della medicina perderebbe di valore se non andasse di pari passo con quello di umanità e sensibilità che è sempre richiesto a chi ha scelto la missione di medico o sanitario”.

Il presidente della Repubblica ha espresso parole di profonda umanità, portando come esempio la sua esperienza personale durante la malattia della moglie. Parole che solo chi ha avuto nella propria famiglia un malato di cancro può capire e avvertire come una rassicurazione; parole che possono scuotere chi con la malattia non si è mai scontrato e che sono in grado di smuovere le coscienze. Non è la malattia di uno ma è la malattia e la sfida di tutti. Si può vincere ma a volte si perde, l’importante è combattere sempre con tutta la forza possibile senza mai cedere, anche quando lo sfiancamento sembra vicino, quando incombe la rabbia, quando il tempo sembra sfuggire dalla mani. Proprio lui, il tempo, è un grande dono, è un tesoro immenso a cui spesso affidiamo poco valore e che invece andrebbe custodito e sfruttato come il più importante dei regali. Solo in questo modo si va avanti, in un modo o nell’altro.

“Penso da tempo, da quando, per seguire la persona che mi era più cara al mondo, ho trascorso a più riprese numerose settimane in ospedali oncologici, che per tutte le persone in buona salute sarebbe auspicabile che ogni tanto trascorressero qualche giorno, da visitatori, in ospedale”, ha detto il capo di Stato. “Il contatto con la sofferenza aiuterebbe chiunque a conferire a ogni cosa il giusto posto di importanza nella vita. La robusta rete di solidarietà del nostro paese è una grande ricchezza che non viene conteggiata nel Pil ma che contribuisce a migliore la qualità della vita..”. Il presidente ha quindi rivolto un pensiero a “coloro che assistono quotidianamente, silenziosamente familiari o persone care ammalate”, coloro, cioè, “che sono autentici eroi del quotidiano, deve andare la nostra riconoscenza”.

Rivolgendosi infine ai malati Mattarella ha quindi chiesto “di non perdere mai la speranza” e “di non lasciarsi mai prendere dallo sconforto”. “Non c’è persona – ha concluso – che per quanto colpita dalla sofferenza debba sentirsi inutile o di troppo. A chi combatte il male, con comprensibile stanchezza, con ammirevole coraggio, desidero rivolgere un pensiero particolare di affetto e vicinanza”. 

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ZENIT Staff

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