La lettera di 13 cardinali al Papa. Quando il Sinodo diventa un caso da libro 'giallo'…

Quattro porporati – Scola, Vingt-Trois, Piacenza, Erdö – smentiscono di aver firmato la lettera, diffusa da L’Espresso, contro la metodologia “pilotata” del Sinodo. Padre Lombardi: “Attenzione a tutto ciò che viene pubblicato”

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C’è un Sinodo reale e un Sinodo ‘mediatico’, e questo ormai si era capito già dall’assise dello scorso anno. Ciò che ancora mancava era far diventare l’assemblea dei vescovi sulla famiglia un caso da libro ‘giallo’.
È quanto è avvenuto oggi dopo la pubblicazione da parte del sito L’Espresso di un articolo dal titolo: ‘Tredici cardinali hanno scritto al Papa. Ecco la lettera’. L’articolo racconta e riporta integralmente il testo di un presunto documento firmato da 13 porporati che “ricoprono ruoli di prima grandezza nella gerarchia della Chiesa”, consegnato al Pontefice dal cardinale George Pell, lo scorso lunedì 5 ottobre, all’inizio dei lavori dell’assemblea. I cardinali firmatari, oltre che lo stesso Pell, sarebbero: Caffarra, Collins, Dolan, Eijk, Erdö, Müller, Fox Napier, Pell, Piacenza, Sarah, Scola, Urosa Savino, Vingt-Trois.
Nella lettera riportata, tutti i prelati si dicono fortemente preoccupati che le discussioni del Sinodo siano “pilotate” per ottenere “risultati predeterminati su importanti questioni controverse” che rischierebbero di stravolgere la Dottrina della Chiesa. Essi, inoltre, avrebbero espresso il “disagio” per la composizione della commissione – per la maggior parte composta da ‘novatori’ – nominata dal Papa per redigere la Relatio finalis, che dovrà essere votata punto per punto dai presenti in Aula. “I suoi membri sono stati nominati, non eletti, senza consultazione”, si legge. “Allo stesso modo, chiunque farà parte della redazione di qualsiasi testo a livello dei Circoli minori dovrebbe essere eletto, non nominato”.
Perplessità e proposte che – a detta sempre dell’articolo – Papa Francesco avrebbe “respinto in blocco”.
Facile immaginare lo scalpore creato dalla notizia tra i diversi media, come d’altronde era avvenuto lo scorso anno per il Sinodo straordinario, quando era stato pubblicato il libro Permanere nella verità di Cristo: Matrimonio e Comunione nella Chiesa cattolica, che raccoglieva i saggi ‘critici’ di cinque cardinali – Brandmüller, Burke, Caffarra, De Paolis e Müller – più altri quatto di studiosi (di cui due gesuiti): il curatore, padre Robert Dodaro OSA, padre Paul Mankowski S.J., il professor John M. Rist e mons. Cyril Vasil S.J.
Ma mentre i cinque porporati avevano presentato il libro in giro per il mondo in vista di ottobre, nel caso della lettera in questione, poco dopo la sua diffusione, ben quattro cardinali hanno smentito di aver firmato tale documento.
Il primo è stato l’arcivescovo di Milano Angelo Scola tramite il suo portavoce, don Davide Milani, seguito presto dal cardinale di Parigi André Vingt-Trois che al settimanale La Croix ha dichiarato di non aver mai preso parte ad una iniziativa del genere. A fine mattinata, anche il cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore, ha spiegato a Vatican Insider “di non aver firmato e di non essere neanche stato invitato a farlo. Infine, il cardinale Erdő fa sapere, tramite una nota del CCEE, che “mai ha visto né tantomeno firmato una tale lettera”.
Quattro firme false su 13, dunque. E mentre ormai, secondo molti, è solo questione di ore la rettifica da parte degli altri cardinali nominati, sulla questione è intervenuto padre Federico Lombardi, durante il quotidiano briefing in Sala Stampa vaticana per i lavori del Sinodo.
“Trattandosi di una lettera che non era pubblica e non è un documento riservato io su questo non ho niente da dire, né da commentare”, ha esordito il portavoce vaticano. “Quello che posso commentare è che bisogna verificare se le 13 persone che vengono in seguito indicate come firmatari abbiano firmato o meno, perché due di essi già direttamente interpellati hanno detto: ‘Io non ho mai firmato nulla di simile’”.
Quindi, ha evidenziato il gesuita rivolgendosi ai giornalisti: “Fate attenzione a credere subito e facilmente alle cose che vengono pubblicate. Dovete verificarle” e “fate attenzione a quello che prendete per buono”. Interpellato ancora nel corso del briefing di chiarire la veridicità o meno del documento, padre Lombardi ha replicato: “Io non ho avuto questo documento e, quindi, non sono in grado di verificare se corrisponda perfettamente a una realtà oppure no. Di per sé, se un documento è indirizzato al Papa dovrebbe essere il Papa a dirci se lo ha ricevuto o meno”.
Pertanto, ha concluso, “se qualcun altro lo ha dato, è sua responsabilità e deve risponderne lui, non io. Io rispondo sul fatto che alcuni cardinali interpellati cominciano a dire che non l’hanno firmato: questa è una cosa chiara e concreta”.
 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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