Opening session of the Synod of Bishops on the Family

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Sinodo. Circoli minori: comunicare dottrina su famiglia con linguaggio più chiaro

Presentate le proposte e gli emendamenti dei gruppi di lavoro in lingua da integrare nell’Instrumentum laboris. Le relazioni dei tre Circoli italiani  

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Una riflessione generale sulla “sacramentalità” del matrimonio, la necessità di cammini preparatori per i giovani, un cambio di linguaggio per rendere maggiormente comprensibili gli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia. Sono questi i tre aspetti che permeano le Relazioni dei tre Circoli minori italiani, riuniti con gli altri 10 gruppi di lavoro (3 di lingua francese, 4 inglese, 2 spagnola e 1 tedesca) il 12 e 13 ottobre. Le relazioni, presentate stamane nel corso dell’ottava Congregazione generale, raccolgono discussioni e proposte sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris.  </p>

In particolare il Circulus Italicus A, moderato dal cardinale di Agrigento Francesco Montenegro, affronta sia i singoli punti sia “l’architettura” generale del testo, proponendo “una riorganizzazione interna dei contenuti per una sua migliore comprensione”. Contenuti che i membri del Circolo propongono di esporre “in maniera più leggibile e organica possibile”, visto che la seconda parte dell’Instrumentum tratta in maniera troppo “sintetica” l’insegnamento della Chiesa su matrimonio e famiglia in prospettiva pastorale.  

Una delle soluzioni suggerite è recuperare (riunificando i testi) “l’unità” che presentava la parte seconda della Relatio Synodi, di cui l’Italicus A “apprezzava l’ordine espositivo, con contenuti sintetici ma completi”. Alcuni chiedono di porre a fondamento il tema della “sacramentalità del matrimonio”, sottolineando che “per gli sposi cristiani l’alleanza coniugale è segno dell’unione di Cristo con la Chiesa”. 

Altri, invece, evidenziano l’esigenza di “armonizzare” l’attenzione alla sacramentalità del matrimonio con “l’obiettivo di rivolgere a tutti, anche ai non credenti in Cristo, la proposta evangelica”. Altri ancora esprimono invece la preoccupazione che “il progetto della proposta cristiana” venga confuso “con un ideale astratto”. Tutti questi spunti sono stati formulati in modi precisi da integrare nel testo base. 

Particolare menzione meritano le osservazioni sul tema della misericordia: in vista dell’imminente Anno Giubilare, i Padri domandano di “dire con chiarezza che è la certezza del perdono che permette la franchezza della confessione”. Quindi il riferimento alla tradizione orientale perché si renda più esplicito nell’Instrumentum “il primato della grazia, il riconoscimento del peccato e la necessità di incoraggiare cammini di conversione”.

Sulla stessa linea il contributo del Circulus Italicus B, coordinato dal cardinale di Ancona Edoardo Menichelli, che domanda di “porre ordine costruttivamente fra i diversi paragrafi e meglio valorizzarne i contenuti”, al fine di “pervenire ad una maggiore coesione ed incisività dei testi”. Rilevata quindi la necessità di assumere, nella descrizione e nella valutazione delle esperienze, “uno stile e un criterio sapienziale” e anche di rappresentare con una terminologia “positiva” la titolazione di alcune parti attualmente sotto il termine di “problema”. L’Italicus B segnala inoltre una “penuria” di riferimenti alla Parola di Dio e una “totale carenza di riferimenti alla Tradizione della Chiesa”. 

Tra i temi affrontati, poi, il rapporto matrimonio-giovani che – si legge nella relazione – “interpella l’intera azione pastorale della Chiesa”, perché “si tratta di saper comunicare la bellezza attraente del matrimonio a fronte delle previsioni timorose espresse nella diffusa ‘cultura del provvisorio’”.

Secondo i Padri, inoltre, “risulta inconcepibile parlare della famiglia senza dire nulla circa il celibato”, visto che “il matrimonio non è l’unica possibilità per la persona”. Ci sono infatti altre forme di fare famiglia, come ad esempio la “famiglia discepolare”. In tal senso i Padri raccomandano “un’alleanza rinnovata tra le diverse forme di vocazione all’amore: la vita matrimoniale, la vita sacerdotale, la vita consacrata”, affinché possano “imparare ad accompagnarsi e sostenersi reciprocamente, aiutandosi nelle rispettive difficoltà”.

L’attenzione si focalizza poi sui termini “natura” e “naturale”, di grande rilevanza nella tradizione filosofica e teologica cristiana, ma di difficile comprensione per la gente comune, quindi “non di facile utilizzazione a livello pastorale”. Emerge perciò la necessità “di considerare la missione propria della mediazione pastorale nella trasmissione della Dottrina” e, al contempo, “vigilare sui linguaggi adoperati e valutare la effettiva comprensibilità di quanto espresso”. 

Base per la riflessione dei Padri del Circulus Italicus C, moderato dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente CEI, è invece “la parola di Gesù sul matrimonio e la famiglia”, che rimanda “al principio” fatto da Cristo “per far memoria che ‘maschio e femmina li creò’, che ‘la donna è donata all’uomo’ come compagna messa accanto dalla tenerezza benevolente di Dio e che l’uomo deve lasciare la sua prima casa per costruire una nuova storia nell’una caro”. 

Un richiamo quindi all’insegnamento dei Papi: da Paolo VI a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. “In questo modo – si legge nel documento – si possono raccogliere e descrivere con semplicità le caratteristiche specifiche dell’alleanza sponsale: la santità, l’unità, la fedeltà, la fecondità nella vita di famiglia e la generatività nell’educazione, nella società e nel mondo”. 

Il tutto per mettere in luce “il punto focale del Sinodo: il valore evangelizzante del matrimonio e della famiglia”, che comincia “con lo stile di testimonianza della vita quotidiana familiare vissuta e pregata nella fede”, trasmessa in famiglia attraverso “la vita pratica e la catechesi”, che “valorizza le figure che sono presenti nello spazio familiare (mamma, papà, fratelli, nonni, parenti) perché si aprano alla comunità, alla scuola e alla vita civile” e superino “l’attuale deriva individualista”.

Affrontata poi la questione dell’accompagnamento della Chiesa “nei diversi passaggi promettenti e faticosi” della famiglia. Particolare impegno viene chiesto per la “iniziazione dei giovani” al matrimonio: cammino lungo “che deve iniziare già nel momento adolescenziale e giovanile con l’educazione degli affetti, nel sostenere durante il periodo del fidanzamento il senso della scelta di vita, nell’aiutare a discernere e a vivere nella fede questo passaggio decisivo, nel preparare al matrimonio come punto di partenza della vita insieme, nella prossimità alla vita dei primi anni del matrimonio”. 

Non manca infine “un cenno tematico” per le altre età della vita, ovvero “la stagione della famiglia quando i figli partono, il momento della crisi e delle ferite, il tempo della malattia e della sofferenza e il compito dell’accudimento degli anziani”. A tal riguardo, i Padri sottolineano che “non si tratta di delineare subito le azioni pastorali, ma di descrivere uno stile nuovo della Chiesa ‘al fianco’ delle famiglie, uno stile di prossimità contagiosa e di tenerezza forte ed esigente”.  

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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