Pope Francis at Santa Marta

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Santa Marta: "Attenzione al diavolo che rimane nascosto e, educatamente, viene ad anestetizzare la coscienza"

Nella omelia mattutina, il Papa chiede di vigilare e discernere cosa viene da Dio e cosa dal maligno che “sempre cerca di ingannare”

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C’è il diavolo al centro dell’omelia di Papa Francesco, durante la Messa mattutina a Santa Marta. Già ieri il Pontefice aveva parlato di chi opera e moltiplica il male; oggi accusa direttamente l’Accusatore, colui che porta a interpretare male chi fa il bene, calunniare per invidia, tendere trappole per far cadere, che vuole “tranquillizzare” e “anestetizzare la coscienza”. 

Attenzione, perché questo “è un male grande”, avverte il Papa: “Quando il cattivo spirito riesce ad anestetizzare la coscienza si può parlare di una sua vera vittoria, diventa il padrone di quella coscienza: ‘Ma, questo accade dappertutto! Sì, ma tutti, tutti abbiamo problemi, tutti siamo peccatori, tutti…’. E nel ‘tutti’ c’è il ‘nessuno’. ‘Tutti, ma io no’. E così si vive questa mondanità che è figlia del cattivo spirito”.

Come sempre, la base per la riflessione del Santo Padre sono le letture della liturgia odierna. In particolare il Vangelo di oggi che narra come Gesù scacci un demonio, annidato tra la gente. Nella scena ritratta da Luca ci sono infatti alcune persone che volevano bene al Messia: lo ascoltavano, ne riconoscevano l’autorità; un altro gruppo, invece, “non gli voleva bene e cercava sempre di interpretare le parole di Gesù e anche gli atteggiamenti di Gesù, in modo diverso, contro Gesù. Alcuni per invidia, altri per rigidità dottrinali, altri perché avevano paura che venissero i romani e facessero strage; per tanti motivi cercavano di allontanare l’autorità di Gesù dal popolo e anche con la calunnia”. “Lui scaccia i demoni per mezzo di Belzebù”, dicevano, “Lui è un indemoniato. Lui fa delle magie, è uno stregone”. E continuamente “lo mettevano alla prova, gli mettevano davanti un tranello, per vedere se cadeva”.

Un atteggiamento in cui anche noi rischiamo facilmente di incorrere. Per questo il Papa invita a restare “vigilanti” e “saper discernere le situazioni”, ovvero ciò che viene da Dio e ciò che viene dal maligno che “sempre cerca di ingannare”, “di farci scegliere una strada sbagliata”. “Il cristiano non può essere tranquillo che tutto va bene”, sottolinea Bergoglio, “deve discernere le cose e guardare bene da dove vengono, qual è la loro la radice”. Perché in un cammino di fede “le tentazioni tornano sempre, il cattivo spirito non si stanca mai”: se “è stato cacciato via, ha pazienza, aspetta per tornare”. Lui rimane “nascosto” e poi “viene con i suoi amici molto educati, bussa alla porta, chiede permesso, entra e convive con quell’uomo, la sua vita quotidiana e, goccia a goccia, dà le istruzioni”. 

Con “questa modalità educata” il diavolo convince a “fare le cose con relativismo”. Anestetizzando la coscienza, appunto. Allora “vigilanza”, ribadisce Papa Francesco. Per applicarla “la Chiesa ci consiglia sempre l’esercizio dell’esame di coscienza”, cioè domandarsi “cosa è successo oggi nel mio cuore, oggi, per questo? È venuto questo demonio educato con i suoi amici da me? Da dove vengono i commenti, le parole, gli insegnamenti, chi dice questo?”. 

“Chiediamo al Signore questa grazia, la grazia del discernimento e la grazia della vigilanza”, conclude il Papa, “per non lasciare entrare quello che inganna, che seduce, che affascina”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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