Pope Francis prays at the first session of the Synod of Bishops

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Sako: “Se l’amore non supera la giustizia il Vangelo si svuota”

Intervenendo al Sinodo, il patriarca caldeo di Babilonia, cita San Paolo ed esorta a non avere “vergogna del Vangelo”, proprio come i cristiani iracheni di oggi

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Non vergognarsi del Vangelo, sulla scia di quanto affermava San Paolo (cfr Rom 1,16-17), è una “vera sintesi” del Vangelo stesso e “del cammino di ogni pastore”. Lo ha detto monsignor Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, durante la quarta Congregazione Generale del Sinodo sulla Famiglia.

Pronunciando l’omelia per l’Ora Terza, il capo del Sinodo della Chiesa Caldea ha ricordato quella che era la missione di Paolo: essere presente nella comunità romana “per dare loro il Vangelo”. Tale missione “coinvolge tutta la sua vita, tutto il suo cuore e pensiero”, quindi non può essere “una carriera”.

“Paolo è un apostolo che si sente inviato da Dio – ha proseguito il Patriarca -. Per lui il Vangelo è un atto di culto, e quindi pregare, essere in comunione con Dio, amare, obbedire, e vivere e testimoniare la gioia dell’annuncio del vangelo nel quotidiano; perciò non si vergogna del Vangelo”.

L’apostolo di Tarso “non subordina il suo annuncio ad opportunità umane o rispetto ipocrita, ma ritiene il Vangelo un dono di portata incalcolabile che rivela la giustizia e la grazia di Dio”.

In questa ottica, “la fede non è un fatto statico, o una speculazione, ma è una visione interiore, un rapporto mistico profondo, vissuto nei dettagli della difficile vita quotidiana”, nonché la “condizione di base per essere giustificati e resi figli di Dio”.

“La fede come l’amore è un impegno e deve crescere giorno dopo giorno nel lungo cammino della vita: da fede a fede”, ha sottolineato Sako, aggiungendo che l’amore e la giustizia vanno riconciliati e che “se l’amore non supera la giustizia il Vangelo si svuota”.

Il patriarca caldeo ha poi concluso, ricordando “l’esperienza degli cristiani iracheni che in una notte hanno lasciato tutto per rimanere fedeli alla loro fede”. [L.M.]

 

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ZENIT Staff

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