Il terzo briefing del Sinodo sulla Famiglia ha dato l’occasione ai padri di parlare dei Circoli Minori, che ieri pomeriggio hanno visto il loro debutto.
Alla presenza di monsignor Laurent Ulrich, arcivescovo di Lilla e relatore al Circolo A di lingua francese, di monsignor Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia e relatore al Circolo D di lingua inglese, e di monsignor Salvador Piñeiro Garcia-Calderon, arcivescovo di Ayacucho e membro del Circolo di lingua spagnola sono emerse, in tutta la loro eterogeneità, le problematiche delle chiese locali di tutto il mondo.
Trattandosi di lingue diffuse in più continenti, i padri sinodali hanno potuto cogliere tale varietà, che di norma coincide con differenze sociali e culturali anche molto marcate, constatando, pressoché all’unanimità, un arricchimento reciproco.
Nel Circolo francofono, ad esempio, hanno presenziato padri sinodali provenienti, oltre che dalla Francia, dal Canada, dall’Africa e, in qualità di missionari, dal Medioriente. “Questa situazione – ha testimoniato monsignor Ulrich – ci obbliga a confrontarci in maniera profonda”.
Un dato confortante che arriva dalle chiese africane è “l’aumento dei matrimoni”. Al tempo stesso, però, si stanno sviluppando “nuovi movimenti religiosi che rischiano di perturbare l’annuncio della Buona Novella” e rappresentano, quindi, “sfide alle quali rispondere”.
Da parte sua, monsignor Piñeiro, presentando il suo paese, il Perù, come molto povero, ha descritto la sua diocesi come “priva di sviluppo industriale” ma con un popolo “con molta fede”.
In un panorama generale in cui la famiglia è “attaccata”, è più che mai necessario “diffondere il Vangelo di Gesù”, aiutando le coppie a diventare “sposi e genitori”, ha aggiunto l’arcivescovo di Ayacucho, che è anche presidente della Conferenza Episcopale Peruviana.
Il dibattito dei Circoli, ha proseguito Piñeiro, suscita “tantissima speranza” e i padri sinodali si sentono “appoggiati dal Santo Padre che non adotta formule complicate”. Papa Francesco, ha raccontato il presule, è passato a salutare i membri del Circolo ispanofono, favorito anche dalla comunanza dell’idioma.
È stata poi la volta di monsignor Chaput, che ha testimoniato la straordinaria energia impressa sulla diocesi dalla visita del Papa e dall’Incontro Mondiale delle Famiglie. Una “esperienza bellissima e incredibile” che sta avendo un notevole impatto sulle persone che vi hanno partecipato ed anche sul Sinodo.
Al Circolo anglofono hanno partecipato padri sinodali di tutti i continenti, provenienti da paesi come il Pakistan, l’Uganda, il Belgio e, naturalmente, gli USA.
Interpellato da un giornalista, l’arcivescovo di Philadelphia ha specificato che, durante i Circoli è stato trattato ancora il tema dell’omosessualità, tuttavia non ha rappresentato la “parte fondamentale del dibattito”, né è auspicabile, a suo avviso, che “se ne parli troppo”. Del resto il cammino indicato dall’Instrumentum laboris ancora non ha portato i padri sinodali alla vera “analisi del problema”.
È proprio l’Instrumentum laboris ad esprimere “l’esperienza della Chiesa universale, e ci sprona a dare il nostro meglio al sogno della famiglia e della Chiesa per il futuro”, ha aggiunto monsignor Chaput.
Ampio spazio è stato dedicato dai vescovi intervenuti – anche su sollecitazione delle domande della stampa – al tema del linguaggio della Chiesa sui temi familiari.
Chaput ha ribadito che tale linguaggio deve essere rispettoso di tutte le culture, sottolineando che le discussioni devono tenere conto anche delle realtà sociali estranee all’“emisfero occidentale”.
L’adeguamento delle strategie di comunicazione nella Chiesa, ha aggiunto il presule americano, è un fenomeno che comporta dei “rischi”, pertanto i padri sinodali si stanno dimostrando “molto attenti a quello che si dice” e a non cadere nella trappola delle “cattive interpretazioni”.
Secondo monsignor Sanchez il linguaggio principale dovrà sempre essere il “linguaggio dell’amore per la famiglia”, mentre monsignor Ulrich ha auspicato un “linguaggio di incoraggiamento che possa essere accolto da tutta la comunità cristiana”.
È stato ancora Ulrich a mettere in guardia dalla “ermeneutica cospirativa”, sottolineando che “bisogna essere attenti a conservare la serenità tra noi, e lavorare a partire dai tre testi ufficiali”. Ogni padre sinodale dice “quello che pensa a partire dai testi ufficiali”, tuttavia, nonostante quello che affermano i media, i padri stanno lavorando a un “progetto comune”.
Con riferimento alla pubblicazione dei loro interventi, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi ha specificato che i padri sono liberi di distribuirli “a chi desiderano”, a seconda della natura e delle dimensioni dei loro discorsi.
I Circoli Minori hanno avviato il loro dibattito stamattina, proseguendolo oggi pomeriggio nella terza sessione, mentre le prossime due sessioni sono previste domani, in mattinata e nel pomeriggio.