Abbiamo creduto per poter conoscere

Lettura patristica per la XXI domenica del Tempo Ordinario (Anno B) — 23 agosto 2015

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Monsignor Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO a Parigi, offre oggi la seguente lettura patristica sulle letture liturgiche della XXI domenica del Tempo Ordinario (Anno B), 23 agosto 2015.

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Lettura Patristica

Sant’Agostino d’Ippona,

Comment. in Ioan., 11, 5; 27, 9

L’evangelista ci racconta che il Signore restò con dodici discepoli, i quali gli dissero: “Ecco, Signore, quelli ti hanno abbandonato“. E Gesù rispose: “Anche voi ve ne volete andare?” (Jn 6,67), volendo dimostrare che egli era necessario a loro, e non loro erano necessari a Cristo.

Nessuno s’immagini d’intimorire Cristo, rimandando di farsi cristiano, quasi che Cristo sarà più beato se ti farai cristiano. Diventare cristiano, è bene per te: perché, se non lo diverrai, con ciò non farai del male a Cristo. Ascolta la voce del salmo: “Ho detto al Signore: Tu sei il mio Dio, poiché non hai bisogno dei miei beni” (Ps 15,2). Perciò «Tu sei il mio Dio, poiché non hai bisogno dei miei beni». Se tu non sarai con Dio, ne sarai diminuito; ma Dio non sarà più grande, se tu sarai con lui. Tu non lo fai più grande, ma senza di lui tu diventi più piccolo. Cresci dunque in lui, non ritrarti, quasi ne ricavasse una diminuzione. Se ti avvicini a lui, ne guadagnerai; ti distruggi, se ti allontani da lui. Egli non subisce mutamento, sia che tu ti avvicini, sia che tu ti allontani.

Quando, dunque, egli disse ai discepoli: «Anche voi ve ne volete andare?», rispose Pietro, quella famosa pietra, e a nome di tutti disse: “Signore, a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna” (Jn 6,68)…

Il Signore si rivolse a quei pochi che erano rimasti: “Perciò Gesù disse ai dodici” – cioè a quei pochi che erano rimasti -: «”Anche voi ve ne volete andare?“» (Jn 6,67).

Anche Giuda era rimasto. La ragione per cui era rimasto era già chiara al Signore, mentre a noi sarà chiara solo più tardi. Pietro rispose per tutti, uno per molti, l’unità per la molteplicità: “Gli rispose Simone Pietro: «Signore, a chi andremo?“» (Jn 6,68). Se ci scacci da te, dacci un altro simile a te. «A chi andremo?». Se ce ne andiamo da te, da chi andremo?

Tu hai parole di vita eterna” (Jn 6,68). Vedete in qual modo Pietro, con la grazia di Dio, vivificato dallo Spirito Santo, ha capito le parole di Cristo. In che modo ha capito se non perché ha creduto? «Tu hai parole di vita eterna». Cioè, tu ci dai la vita eterna, nell’offrirci la tua carne e il tuo sangue.

E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto” (Jn 6,69). Non dice Pietro, abbiamo conosciuto e abbiamo creduto, ma «abbiamo creduto e abbiamo conosciuto». Abbiamo creduto per poter conoscere; infatti se prima volessimo sapere e poi credere, non saremmo capaci né di conoscere né di credere. Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? “Che tu sei il Cristo Figlio di Dio (Jn 6,69)“, cioè che tu sei la stessa vita eterna, e tu ci dai, nella carne e nel sangue tuo, ciò che tu stesso sei.

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Archbishop Francesco Follo

Monsignor Francesco Follo è osservatore permanente della Santa Sede presso l'UNESCO a Parigi.

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