Si è concluso a Singapore il lungo tour in Asia del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Due, in particolare – come riferisce la Radio Vaticana – i momenti ufficiali che hanno visto protagonista il porporato nella Città-Stato asiatica, luogo di pacifica convivenza tra le religioni, che celebra i 50 anni di indipendenza. Primo, l’incontro con il ministro degli Esteri e altre autorità, durante il quale il cardinale ha paragonato Singapore al Vaticano, quali entità geograficamente ridotte e con simpatia ha esclamato: “Piccolo è bello”.
Poi il Segretario di Stato ha elogiato l’impegno internazionale messo in campo dalla città asiatica, verso una “ricerca globale di pace e prosperità, soprattutto in questo momento in cui il mondo si trova ad affrontare enormi sfide, come il fondamentalismo religioso e il terrorismo”. Ricordando i 50 anni dell’indipendenza, raggiunta il 9 agosto 1965, Parolin ha rilevato con piacere soprattutto l’“armoniosa” coabitazione tra fedi diverse ospitata dal Paese e incoraggiato quindi “all’impegno per un dialogo interreligioso efficace e una vera libertà di religione”.
Un cenno anche alla questione ecologica, prendendo spunto dal soprannome di Singapore quale “Città giardino”. “Mi sembra – ha osservato il cardinale – un’espressione adeguata non solo per descrivere il verde circostante e piacevole in cui si vive, ma anche per rappresentare Singapore nel suo impegno di salvaguardia dell’ambiente e per una crescita di consapevolezza per ciò che riguarda la fragilità del nostro mondo”.
Il primo ministro vaticano ha poi preso parte alla cena conclusiva in onore della delegazione vaticana nella Tower Club. In quell’occasione, ribadendo anzitutto la gratitudine per l’ospitalità ricevuta, ha confermato la sua gioia di aver visitato una “bellissima Isola” che “si erge come un faro tra le nazioni della regione”. Rivolgendosi poi a sacerdoti, religiosi, religiose e laici, ha evidenziato “la forza dei vincoli di comunione e di amore” tra la Santa Sede e Singapore dove peraltro, vivono “molte persone qualificate” e impegnate in entità legate al Vaticano e in organizzazioni cattoliche internazionali, in particolare negli ambiti delle scienze e delle tecnologie, della medicina e della legge.
“Tali persone, molte qui presenti – ha detto – contribuiscono alle necessità locali e universali della Chiesa”, offrendo un apporto rilevante non solo nel campo delle scienze secolari, ma anche in quello della teologia contribuendo “a promuovere una più matura comprensione dell’eredità del concilio Vaticano II”. “Questo meraviglioso segno della partecipazione attiva dei laici sia di buon auspicio per il futuro di questa Chiesa”, ha detto il porporato.
La stessa Chiesa che – ha aggiunto – negli ultimi 50 anni ha dato un contribuito significativo nel campo dell’educazione, dell’assistenza sociale e sanitaria e, di fatto, del generale benessere della popolazione. “In effetti – ha evidenziato il cardinale – la Chiesa locale è chiamata a tracciare una strada da percorrere e, basata sulle fondamenta del Vangelo, deve risplendere come luce della nazione”. Ringraziando i presenti per il costante servizio nella costruzione della Chiesa, il Segretario di Stato ha infine invitato “a continuare a ricordare Papa Francesco, innanzitutto nelle preghiere, ma anche sostenendo la sua visione di raggiungere le periferie delle nostre società”.