Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha avuto uno scambio molto duro con il giornalista Chris Cuomo sul programma della CNN “New Day”. Marco Rubio, classe 1971, da sempre su posizioni nettamente pro-life, è attualmente senatore della Florida. Chris Cuomo, di un anno più anziano, è figlio di Mario Cuomo, maggiorente per decenni del partito Democratico, e fratello di Andrew, attualmente governatore dello Stato di New York. I Cuomo impegnati in politica hanno sostenuto la interruzione volontaria di gravidanza.
Nel programma il confronto ha toccato lo scandalo della Planned Parenthood (PP) (il colosso degli aborti accusato di lucrare sulla vendita di organi e tessuti provenienti dai bambini abortiti) che tiene banco sui media americani e che ha condotto 13 Stati ad indagare la PP e 3 Stati a decidere di tagliare i finanziamenti pubblici all’organizzazione. Quando Marco Rubio ha difeso la dignità dell’embrione dicendo “La scienza ha deciso che è una vita umana”, Cuomo ha ribattuto: “Non dal concepimento!”. “Assolutamente sì. Cos’altro può essere? Non può trasformarsi in un animale, non può diventare un asino, l’unica cosa che può diventare è un essere umano. È un essere umano, non può essere nient’altro”, è stata la replica di Rubio.
Attraverso la rivista Forbes [1] Arthur Caplan, capo del dipartimento di etica medica al Centro Medico Langone dell’Università di New York, ha criticato l’affermazione di Rubio. Secondo Caplan la scienza non ha stabilito quando inizia la vita umana e per dimostrarlo ha presentato ben 11 argomenti:
1. Se davvero la vita iniziasse al momento del concepimento si dovrebbero cessare la fecondazione in vitro, la ricerca sulle staminali (embrionali n.d.r.), la contraccezione d’emergenza.
2. Uccidere una donna incinta dovrebbe condurre all’accusa di duplice omicidio
3. Una donna non potrebbe vedere utilizzato il suo testamento biologico quando è incinta
4. La scienza non offre una linea certa di che cosa sia il concepimento: quando uno spermatozoo raggiunge un ovulo, quando penetra l’involucro della cellula uovo, quando comincia la ricombinazione genetica, quando si forma un nuovo genoma, oppure quando esso comincia a funzionare?
5. Oltre il 70% degli embrioni muoiono prima della fase di impianto nell’utero materno, quindi la maggior parte dei concepimenti non porta ad alcun essere umano, il concepimento nella maggioranza dei casi conduce a niente.
6. L’Accademia Nazionale delle Scienze USA ha affermato nel 1981 che l’esistenza di una vita umana al momento del concepimento è una questione a cui la scienza non può dare risposte.
7. I fatti indicano che il punto di partenza è dopo il concepimento.
8. Il concepimento crea più di una vita, i gemelli, due, tre, ma poi una delle vite è riassorbita nel corpo di un’altra.
9. Al momento del concepimento non è chiaro quante vite ci sono, lo si capisce solo più tardi.
10. Anche dopo l’annidamento una parte delle gravidanze vengono interrotte spontaneamente.
11. Il concepimento è sí l’inizio, ma è l’inizio solo del possibile, non dell’attuale.
Nel suo articolo Caplan non dice in realtà niente di nuovo. Si tratta di argomentazioni ormai molto comuni tra in sostenitori dell’interruzione volontaria di gravidanza. Vediamo di dare una risposta quanto più sintetica per ciascuna di esse.
1. Argomento che sembra irrilevante. Una descrizione non riceve o meno validità dalle implicazioni sociali, ma solo dalla corrispondenza con la realtà. Se dovesse prevalere l’utilitarismo, allora uno schiavista avrebbe potuto affermare che i neri non sono esseri umani perché altrimenti la schiavitù sarebbe stata abolita con grande danno per l’economia.
2. Vale come il punto numero 1. Anche a livello psicologico l’affermazione si dimostra controintuitiva. Supponete che vostra moglie aspetti un figlio da voi e un rapinatore le spari. Cade in coma, i medici vi dicono che è cerebralmente morta, ma che c’è la possibilità che riescano a fare nascere il bambino, mantenendo artificialmente le funzioni vitali. Dopo un mese i medici vi comunicano che purtroppo anche il bambino non ce l’ha fatta. Quante perdite, quanti dolori distinti avete provato?
3. Stesse considerazioni del punto 1. In più il testamento biologico è un pessimo strumento per la tutela dell’autonomia dello stesso paziente che lo ha redatto, figuriamoci per la tutela di un altro essere umano.
4. Sebbene dietro pressione dell’industria contraccettiva l’Associazione dei Ginecologi Americani (e dietro essa le altre associazioni e istituzioni mediche) abbiano spostato il significato del termine concepimento al momento dell’annidamento dell’embrione nell’utero materno, tuttavia nel linguaggio corrente usato sia dai pazienti che dai ginecologi con esso s’intende la fecondazione (fertilization), termine che scientificamente (come attestato nel nomenclatore dell’Associazione dei Ginecologi Americani) indica la fusione delle membrane dello spermatozoo e dell’ovocita. Nel monumentale manuale di embriologia di Scott Gilbert si legge: “La fecondazione è il processo in cui due cellule sessuali (gameti) si fondono insieme per creare un nuovo individuo con potenzialità genetiche derivanti da entrambi i genitori”. In quanto processo, la fecondazione inizia con la fusione delle membrane dei gameti (singamia) e termina con la fusione del materiale genetico paterno e materno (cariogamia), ma l’inizio è uno, la singamia, il processo che segna il passaggio da due cellule ad un organismo: un’unità ontologica, non un assemblato di parti, con un corredo genetico unico (la probabilità che i soliti genitori daino alla luce due figli identici in due atti sessuali distinti è meno di una su settantamila miliardi) ed intrinseco orientamento e determinazione allo sviluppo.
5. Se il criterio della mortalità fosse determinante, allora vorrebbe dire che nei tempi e nei luoghi dove la mortalità neonatale e infantile sono elevate i bambini non sono esseri umani. Supponete che una donna incinta al sesto mese sia imbarcata su un volo verso Kinshasa: fintanto che è sui cieli italiani, dove la tecnologia neonatologia è sviluppata, ella porta in sé un essere umano, ma, secondo quanto affermato da Caplan, quando sorvola le coste dell’Africa, dove la probabilità di sopravvivenza di un tale prematuro sono pari a zero, allora in sé non ha più un essere umano? L’argomento implica che nel braccio della morte non vivano esseri umani e pertanto si potrebbe utilizzarli per ricerche scientifiche, o come fonte di organi.
6. Il concetto è stato riportato in modo scorretto. Nel documento citato l’Accademia Nazionale delle Scienze USA ha dichiarato: “la proposta S158(proposta di legge del Senato N. 158 n.d.r.) che il termine “persona” debba includere “ogni vita umana” non ha basi nella nostra comprensione scientifica. Definire il momento in cui l’embrione in via di sviluppo diventa una “persona” deve rimanere una questione di valori morali e religiosi”.[3] Dal momento che il concetto di persona è di natura filosofica, correttamente l’Accademia delle Scienze si è dichiarata incompetente. Mischiare il concetto biologico di “vita umana” con quello filosofico di “persona” è molto pericoloso. La stessa Chiesa, riconoscendo la natura filosofica del concetto di persona, non ha mai impegnato la propria autorità nel definire l’embrione “persona”, ritenendo sufficiente fornire l’insegnamento che l’embrione vada trattato dall’inizio come persona e rimandando ai negazionisti l’onore della prova: “come un individuo umano non sarebbe una persona umana?” (EV, 60).
7. L’argomentazione appare Apodittica, imprecisa ed elusiva: quali fatti? “Dopo”? Quando? Alla nascita? Allo sviluppo dell’autocoscienza
? Quale livello di autocoscienza? Al raggiungimento dell’autonomia? Quale livello di autonomia? Quale limite indica il professor Caplan oltre il quale si ha un essere umano?
8. Il processo della possibile gemellazione non nega che un embrione sia un essere umano. Piuttosto esso è solitamente proposto per negare lo status di persona all’embrione alla luce della definizione classica di Boezio. È comunque un argomento inefficace anche in questo senso: la gemellazione consiste in una riproduzione non sessuata (filiazione) del primo essere umano (embrione) con formazione di un secondo essere umano (peraltro non identico all’embrione parentale), mentre il citato processo eventuale di “riassorbimento” dà luogo al fenomeno del chimerismo, del tutto inconsistente per negare lo status umano del concepito, a meno di sostenere che i soggetti trapiantati con organi da vivente o da cadavere non siano forse esseri umani. Le migliaia di persone che vivono con un cuore, rene, il midollo trapiantati, che assumono farmaci anti-rigetto e sono monitorati per il chimerismo post-trapianto sono non esseri umani? E che cosa sono?
9. Così formulato sembra ininfluente. Prima di ogni censimento non si sa quanti esseri umani sono presenti in un territorio, ma questo non rende quelli che sono presenti esseri non umani. Bombardare un’area non rende quanti periscono degli esseri non umani per il fatto d’ignorare il numero di quanti ci vivono.
10. Vale come il punto 5. Con l’aggiunta che, proprio perché fattibile i medici operano sui fattori che possono determinare la morte del concepito cercando di evitarla e nessuno, nemmeno il professor Caplan credo direbbe che nel fare questo i medici si comportano da veterinari.
11. È un’affermazione corretta solo se si dà per essere umano la definizione di un essere con caratteristiche diverse dall’embrione, ad esempio se si definisce come essere umano un adulto autocoscienze ed autonomo. Ma questo è proprio ciò che il professor Caplan non ha provato nel suo intervento.
Caplan nel suo articolo non ha esaurito gli argomenti pro-aborto, altri ne esistono in letteratura [4-6] a cui si oppongono solide ragioni [7-9]. Non si puònon rimanere sorpresi che il sistema accademico americano produca un pensiero bioetico così superficiale e poco accurato. Sembra quindi che Rubio abbia ragione nel sostenere che l’embrione è da considerare a tutti gli effetti una vita umana.
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NOTE
1. Arthur Caplan. Marco Rubio And The GOP’s Dangerous Misconception On When Life Begins. Forbes Magazine. 10-8-2015.http://www.forbes.com/sites/arthurcaplan/2015/08/10/marco-rubio-and-the-gops-dangerous-misconception-on-when-life-begins/
2. Scott F. Gilbert. Developmental biology 7th ed. Sunderland MA: Sinnauer Associates 2003. p. 183.
3. William W. Lowrance. The relation of science and technology to human values. In: Craig Hanks. Technology and values: essential readings. 2010 Blackwell Publishing Ltd. pp. 41-42.
4. David Boonin. A defence of abortion. Cambridge University Press. Cambridge (UK) 2003.
5. Ronald Dworkin. Life’s dominion. An argument about abortion, euthanasia and individual freedom. Random House, New York, 1994.
6. Daniel Callahan. Abortion: law, choice and morality. Mc-Millan Company, New York, 1970.
7. Francis Beckwith. Defending life: A moral and legal case against abortion choice.Cambridge University Press, New York, 2007.
8. Robert P. George and Christopher Tollefsen. Embryo. A Defense of Human Life.Doubleday, 2008.
9. Peter Kreeft. Three Approaches to Abortion: A Thoughtful and Compassionate Guide to Today’s Most Controversial Issue. Ignatius Press, 2002.