Mons. Chaput contro il commercio di feti: "Essere uomini significa proteggere i bambini"

Anche l’Arcivescovo di Philadelphia interviene sullo scandalo di Planned Parenthood, definendolo “ripugnante”, “orribile” e “barbarico”

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Prosegue oltreoceano il dibattito sulla scandalo della Planned Parenthood sul commercio illegale, svelato da un’inchiesta, di parti di feti abortiti. Sul tema è intervenuto mons. Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, in un editoriale pubblicato sul sito Catholic Philly, organo di stampa ufficiale della Chiesa locale. 

“L’uccisione deliberata di un vita innocente – scrive mons. Chaput – è un atto particolarmente malvagio”, che non può essere giustificato in alcun modo. Il presule ha ricordato la Lettera pastorale scritta dai vescovi degli Stati Uniti nel 1998 e intitolata “Vivere il Vangelo della Vita“. Nel testo si sottolineava che “non tutelare o difendere la vita nella sue fasi più vulnerabili rende sospetto ogni appello alla giustizia in altri settori, riguardanti i più poveri ed i più emarginati” dalla società. “Ogni attacco diretto alla vita umana innocente, come l’aborto e l’eutanasia – si legge ancora nella Lettera pastorale – rappresenta una violazione diretta ed immediata del più fondamentale dei diritti umani, il diritto alla vita”.

Il traffico di tessuti fetali ordito dalla Planned Parenthod è, secondo mons. Chaput, “nient’altro che ripugnante” e “orribile e barbarico”. Di qui il suo appello ai cristiani a “non risparmiarsi nel dovere di promuovere la giustizia e la carità nel Paese”. L’arcivescovo di Philadelphia cita infine Ruben Navarette, storico attivista pro-aborto ma sposato con una donna pro-life, il quale ha scritto: “Si tratta di bambini che vengono uccisi. Milioni di bambini. E bisogna proteggerli. Questo è quello che fa un uomo: protegge i bambini, i suoi e quelli degli altri. Questo significa essere un uomo”.

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ZENIT Staff

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