L'abbraccio di Bergoglio a dieci profughi fuggiti dalle violenze in Nigeria

Il saluto al termine dell’Udienza generale, insieme a quello con l’on. Paola Binetti

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Al termine dell’Udienza generale, Papa Francesco ha accolto con un abbraccio dieci giovani profughi cristiani fuggiti dalle violenze in Nigeria e sbarcati a Lampedusa dopo aver attraversato il deserto e sei mesi di lavoro forzato in Libia.

I profughi – spiega L’Osservatore Romano – stanno partecipando in questi giorni al Campo Internazionale promosso dall’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”  ma da quattro mesi vivono nel seminario di Fiesole. In Aula Paolo VI, a presentare al Papa i profughi era anche il vescovo fiesolano, monsignor Mario Meini, vice presidente della Conferenza Episcopale italiana, insieme ad un seminarista, Francesco Ciapetti.

“I ragazzi nigeriani non sono solo accolti in seminario ma vivono in comunità – spiega il presule – e questo stile di condivisione è un grande segno di solidarietà vera. Da professore di teologia -aggiunge – sono sicuro che per i nostri dodici futuri sacerdoti sia un’esperienza più formativa di qualsiasi corso di studio, perché l’arricchimento è veramente reciproco”. 

Papa Francesco ha salutato pure l’onorevole Paola Binetti.

Durante i saluti nelle diverse lingue, il Papa aveva rivolto un pensiero speciale a giovani, ammalati e sposi novelli. “Abbiamo celebrato ieri la memoria di Santa Chiara d’Assisi – ha detto loro – luminoso modello di giovane, che ha saputo vivere con coraggio e generosità la sua adesione a Cristo. Imitate il suo esempio particolarmente voi, cari ragazzi e ragazze, perché possiate come lei rispondere fedelmente alla chiamata del Signore. Incoraggio voi, cari malati, ad unirvi ogni giorno a Gesù sofferente nel portare con fede la vostra croce per la salvezza di tutti gli uomini. E voi, cari sposi novelli, siate sempre nella vostra famiglia apostoli del Vangelo dell’amore”.

In italiano, il Pontefice ha salutato poi con affetto le Suore di Santa Marta, che celebrano il Capitolo generale, esortandole “a proseguire con gioia l’impegno di servire Gesù nei fratelli più bisognosi, ad imitazione del fondatore, il beato Tommaso Reggio, che amava ripetervi: «la carità ha le ali ai piedi, volate là dove l’indigenza del più povero lo richiede»”. 

Un saluto anche ai partecipanti al Campo Internazionale promosso dall’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” e quanti prendono parte al convegno “Etica e Democrazia”, come pure alle Capitolari delle Suore della Madonna del Divino Amore. Su tutti il Santo Padre ha invocato “l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo per un rinnovato fervore spirituale e apostolico”.

Ai fedeli del Medio Oriente ha invece detto: “Cari fratelli e sorelle, l’uomo, in quanto immagine di Dio, è chiamato anche al riposo e alla festa, e per noi cristiani il giorno di festa è la Domenica, giorno del Signore. Care famiglie, pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore! È come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio”.

L’attenzione del Papa si è poi rivolta ai numerosi fedeli polacchi, accompagnati dai loro sacerdoti, religiosi e religiose, che, in occasione della solennità dell’Assunta di sabato, si recheranno a piedi in pellegrinaggio al Santuario di Jasna Góra, per rendere omaggio a Maria e chiedere la Sua intercessione per le diverse intenzioni che ognuno porta nel cuore.

“Mi unisco a quei pellegrini e a voi qui presenti nella preghiera per voi e per le vostre famiglie. Pregate anche per me! Dio vi benedica tutti!”, ha detto Francesco. E ai membri francesi dell’Associazione Claire Amitié, guidati da mons. Yves Patenôtre, e la gioventù francescana di Bitche, ha infine aggiunto: “Il vostro soggiorno a Roma sia per tutti l’occasione di riscoprire in famiglia in vero senso della festa. Dio vi benedica!”.

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ZENIT Staff

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