Sono il tuo agricoltore, ti voglio parlare.
Sei venuto al mondo alcuni mesi fa e hai visto in quanti modi ti ho circondato di affetto, con quante attenzioni ho difeso la tua fragilità dalle intemperie e quanta cura ho avuto nello stendere la rete a proteggerti dalla grandine.
Ora è settembre…Hai tanto ricevuto, più di quanto sognavi di poter ricevere. Sei pronto a darmi ciò che ti chiederò? Non ti chiederò qualcosa di te o di tuo, ma ti chiederò te stesso. Se hai fiducia in me, rispondimi.
Il grappolo, tra i più belli e turgidi del campo, aveva già fatto da tempo le sue previsioni, già aveva pensato a chi lo potesse consigliare saggiamente sul suo futuro. Si presentava quindi con fierezza a tutte le persone che il padrone invitava a contemplarne la bellezza, e a sognarne la bontà. Vari fotografi si erano alternati per esporre la sua straordinaria immagine nelle mostre.
Sognava l’esposizione in vetrina, prevedeva serate con orchestra e canzoni, come ogni anno, alla mostra dell’uva in cui, a confronto con gli altri grappoli, avrebbe senza dubbio primeggiato. Insomma sognava un futuro di gloria. Con queste rosee ed esaltanti previsioni, schiarendosi la voce, rispose alla domanda e pronunciò solennemente il suo “si, lo voglio: mi fido di te, eccomi!”
Il giorno dopo il grappolo fu reciso, gettato, tra gli altri, con gli altri e sotto gli altri, nel cesto; su di lui si abbatté la violenza dilaniante del torchio. Prima di esalare l’ultimo respiro…udì queste parole: “Grazie…avremo buon vino, sostegno e gioia della nostra vita”.
Il suo “si” gli aveva spalancato la strada regale dell’Amore.
Ciao da p. Andrea
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