A Torino, 5000 giovani da 53 paesi per festeggiare Don Bosco

Musica, gioia, testimonianze e grande partecipazione alla prima giornata di Sym 2015, il raduno mondiale del Movimento Giovanile Salesiano

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La festa è cominciata. In un Pala Ruffini gremito e coloratissimo, 5000 giovani di 53 paesi da tutto il mondo si sono dati appuntamento per festeggiare Don Bosco. Dopo un’accoglienza gioiosa in cui sono stati presentati i vari paesi presenti, la mattinata è iniziata con i saluti e il benvenuto dell’assessore Claudio Lubatti e di mons. Guido Fiandino. “Don Bosco è moderno perché il Vangelo è moderno – ha esordito il presule – seguite il Vangelo e sarete moderni anche voi, l’augurio è che possiate vivere in nome di tre principi fortemente salesiani: famiglia festa e fede”.

A seguire, un momento spettacolare presentato dai giovani dell’Ispettoria dell’Italia centrale che, accompagnato da un coro di 200 elementi e un’orchestra di 50 strumenti, ha rappresentato, in un costante parallelo con il vangelo, le origini e alcuni tratti della vita e della missione di Don Bosco.

All’interno dello spettacolo sono state presentate alcune testimonianze di vita e di fede da parte di giovani di diversi paesi: Anne Florance dalla Francia ha parlato del suo avvicinamento a Dio attraverso San Giovanni Bosco; Sor Yolima Elena Posada Perdomo di Medellin, Colombia, ha narrato alla platea della sua vocazione e della sua vita tra i poveri.

Una delle testimonianze più toccanti è stata quella di Alfred Adetosoye Adedayo, che ha raccontato la sua esperienza in una Nigeria colpita dal terrorismo di Boko Haram: “La mia esperienza è accaduta in una mattina di domenica alla Chiesa cattolica di Cristo Re, a Zaria, stato di Kaduna in Nigeria. Tutto è successo durante la Messa tra le ore 7 e le 8. Una macchina Golf nera ha provato a fare ingresso nel complesso della Chiesa. Nel fronte della Chiesa c’erano alcuni giovani che si erano offerti come volontari per aiutare a dirigere i veicoli che entrano ed escono dalla Chiesa. Quando la macchina si è avvicinata al cancello, i giovani hanno fermato l’autista e non l’hanno lasciato entrare perché non era vestito come qualcuno che viene per la Messa. Alla domanda dei giovani che lo interrogavano si fosse venuto per la Messa, lui ha risposto che aveva una bomba nella sua macchina e che era pronto a uccidere tutti quelli che avesse trovato sul suo cammino”.

“Con molto coraggio – ha proseguito Alfred – i ragazzi che erano al cancello gli hanno detto che non avevamo intenzione di permettergli di entrare nella Chiesa e di uccidere persone innocenti e che se voleva farlo avrebbe dovuto uccidere prima loro al cancello. Dopodiché sette di loro si sono messi davanti alla macchina formando una barricata con i proprio corpi al fine di non lasciar passare il conducente e hanno chiesto ad un altro di andare a informare gli anziani nella Chiesa. Questo ha fatto una corsa verso la Chiesa, ma prima che riuscisse a raggiungerla, il conducente ha provato ad entrare con forza nel complesso e non potendo farlo ha detonato la bomba, che ha ucciso e squarciato i giovani presenti”.  “L’esempio di quei ragazzi ha accresciuto la mia fede in Dio – ha detto il giovane nigeriano -. Non va mai abbandonato il coraggio di affrontare la vita e la fede nella speranza di un futuro di pace”.

La mattinata è, poi, proseguita con la proposta di riflessione LIKE Don Bosco con mons. Van Looy, già segretario del Rettor Maggiore, oggi presidente della Caritas Europa. Il vescovo di Gent ha invitato le nuove generazioni a non restare chiuse casa o in sè stesse, ma ad uscire, perché tutto ciò che è egoistico porta alla corruzione. “Se rimani troppo a lungo in una stanza, poi puzza”, ha detto il vescovo citando Papa Francesco, il quale “ha ricordato a tutti di andare nelle periferie, soprattutto in questi giorni difficili, e Don Bosco operava nella periferia di Torino, e lo ha fatto educando i giovani allo studio e al lavoro”. 

“Non permettete a nessuno di rubare la vostra gioia la vostra purezza e la vostra speranza”, ha concluso Van Looy, “non riempite i vostri cuori con cose materiali ma con l’amore per i giovani, solo questo impedirà a chiunque di rubare la vostra gioia”. Il presule ha poi presieduto la Santa Messa che ha concluso la mattinata. “Bisogna sognare il futuro, essere forti e non avere paura”, ha ricordato ai presenti durante la sua omelia. “Don Bosco ci ha insegnato la speranza e lo ha fatto attraverso l’intercessione di tre persone: Gesù, Maria e il Papa. L’Eucarestia come centro e sorgente dell’incontro con Cristo; Maria è il miracolo più grande di Dio, e non abbiate paura perché la Madonna è sempre al nostro fianco; e infine il Papa, fonte di speranza che è il motore di tutta la Chiesa”.

Nel pomeriggio i vari gruppi di giovani dei diversi paesi, divisi per gruppi linguistici, hanno visitato i luoghi simbolo di Don Bosco in Torino secondo i quattro itinerari previsti nel programma. Stasera nella casa di Valdocco è poi prevista la festa dell’MGS Italia, durante la quale viene presentato il nuovo logo dell’MGS Italia.Domani, 12 agosto, il programma proseguirà, nella mattinata, sempre al Pala Ruffini, con la proposta di riflessione “WITH the young” con madre Yvonne Reungoat, madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

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È possibile seguire e partecipare all’evento sui social network di SYM Don Bosco come FacebookTwitterInstagram e i canali multimediali di YoutubeVimeo e Flickr, segnando i vostri post con le parole chiave @symdonbosco #symdb2015 #200dB

 
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ZENIT Staff

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