Sono state devastanti le alluvioni che hanno colpito nei giorni scorsi il Myanmar. Almeno 69 morti finora, che probabilmente cresceranno nei prossimi giorni, circa 1.400 le scuole distrutte dall’acqua o chiuse perché momentaneamente inutilizzabili. In questo contesto di rovine, il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, primo porporato della storia del Myanmar, rivolge un appello “a tutte le persone di buona volontà”, affinché “sostengano i nostri fratelli e sorelle con cibo, generi di prima necessità, assistenza medica, kit per l’igiene, biancheria e vestiti”.
È quanto il cardinale afferma in una nota ufficiale, giunta ad AsiaNews. Intitolato “Una regione ferita, martoriata dalla furia della natura, attende una risposta compassionevole”, l’appello lanciato dal cardinale “a nome del popolo sofferente” si rivolge “agli amici e ai benefattori, perché siano buoni samaritani” in queste ore difficili per una parte consistente della popolazione.
Mentre il Governo è impegnato a coordinare il lavoro dei soccorritori e i soldati della giunta militare aiutano personalmente la gente delle zone più colpite dal cataclisma, il card. Bo chiede aiuto alla comunità internazionale e ai cattolici di tutto il mondo. Il ciclone e le piogge massicce che si sono abbattute sugli Stati Rakhine, Chin e Sagaing, scrive il porporato, “hanno lasciato molti morti, migliaia di persone senza casa e bisognose di aiuto urgente”. Sono regioni “fra le più povere” del Paese (tasso di povertà pari al 70%) e teatro di conflitti confessionali. “Ora la loro agonia – aggiunge – è aggravata dalla furia della natura”.
L’arcivescovo di Yangon ricorda che “la Chiesa cattolica è subito accorsa per prestare aiuto. Ma le dimensioni della devastazione sono enormi”. Per questo “lanciamo un appello a tutte le persone di buona volontà, perché aiutino i nostri fratelli e sorelle nell’emergenza”. La Chiesa con la sua rete di 16 centri Caritas e la sua Unità di emergenza, conclude il card. Bo, “si è subito data da fare per raggiungere le aree di crisi. Tre diocesi sono coinvolte in prima persona nel sostegno alle vittime. Ora stiamo allestendo una task force per rispondere al meglio all’emergenza”.