Lettura

Nel brano evangelico di oggi continua la catechesi di Gesù ai suoi discepoli, la cui missione deve innanzitutto raggiungere le pecore della casa di Israele, in pericolo di dannarsi, e andare poi per il mondo intero. Come Gesù passò facendo del bene, così vuole che i suoi discepoli siano il prolungamento della sua persona: vuole che siano miti, com’è lui. L’essere “come agnelli” è fondamentale per l’autenticità e l’efficacia pastorale. Come Gesù, il vero Agnello, immolato, che ha effuso il suo sangue sulla croce, così il discepolo deve essere compartecipe della sua passione; proprio come san Paolo che ai Colossesi confidava: «Io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (1,24).

Meditazione

Le parole di Gesù raggiungono tutti i fedeli, chiamati a essere testimoni credibili del Vangelo, sia nella vita quotidiana ordinaria, sia nei momenti in cui la fedeltà a Gesù Cristo possa richiedere il sacrificio supremo della vita. Quante volte, invece, abbiamo rinnegato Gesù come Pietro nel Sinedrio! Quanto più la società in cui viviamo è scristianizzata, indifferente e spesso ostile, tanto più la nostra clandestinità è grave. Un cristiano dovrebbe sempre anteporre a ogni altro bene l’amore per il Signore e per la verità. La persecuzione, pur di colpire, si serve della calunnia, della malafede, di ogni forma d’ingiustizia, di cattiverie e giuramenti iniqui. Ma questo non sorprende: i giusti sono sempre stati perseguitati e per costoro Gesù afferma: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Mt 5,11-12). La persecuzione non è da ricercare, ma da affrontare quando arriva. Anche in famiglia, una conversione a Gesù, o una scelta più radicale per seguirlo, possono suscitare grosse fratture. Ma l’amore per lui è totalizzante, non conosce tradimenti, non si nasconde, è eroico. Di fronte ai martiri di ieri e di oggi, san Giovanni Paolo II, nell’invitare a seguire il loro esempio, affermava: «Non comportiamoci come se essi non esistessero. Essi scavano l’alveo più profondo del fiume divino nella storia. Essi costruiscono i fondamenti più consistenti di quella città divina che si eleva verso l’eternità». Per quanto perseguitata, la Chiesa ha ugualmente il diritto di essere lieta e vittoriosa, perché è nelle mani di Colui che ha già vinto il male.

Preghiera

O Signore, che manifesti la tua potenza nella debolezza, dacci sempre la forza di sopportare ogni prova con animo paziente e mite.

Agire

Non nascondere la propria fede in Gesù Cristo, e sostenere i perseguitati per la fede con l’offerta generosa e silenziosa delle sofferenze di questa giornata.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it