Annie è un’orfanella di dieci anni che vive con altre ragazze nella sua stessa condizione nella casa di miss Colleen, a cui interessano solo i soldi che il comune le versa per prendersi cura di loro. Annie continua a sperare di ritrovare i suoi genitori, anche se gli indizi di cui dispone sono pochi. Casualmente incontra Will Stack, un miliardario di New York, proprietario di una nota casa di produzione di cellulari, che ha deciso di concorrere alla carica di sindaco della città. Il suo staff è preoccupato perché Will si mostra poco simpatico e rischia di perdere le elezioni. Dall’incontro con Annie scaturisce un’idea geniale: Will adotterà temporaneamente in casa sua l’orfanella e in questo modo le sue quotazioni potranno salire alle stelle…
Questo film-musical arriva da lontano. Esattamente dal 1927, quando sul Daily News di New York, il disegnatore Harold Gray iniziò pubblicare a puntate il fumetto sulla piccola orfana Annie. Il 1927 era l’anno della Grande Depressione e il protagonista milionario era espressione di un atteggiamento conservatore che proponeva la carità (in questo caso l’adozione di un’orfana), come l’unico strumento esistente per risollevare le sorti dei più poveri, in alternativa all’approccio statale e pianificato previsto dal New Deal di Franklin Delano Roosevelt. Il 1970 fu nuovamente un anno di recessione e con l’occasione Brodway ripresentò la storia cercando di esprimere una maggiore armonia fra lo Stato e l’iniziativa privata. Il musical ebbe anche una sua versione cinematografica nel 1982, per la regia di John Huston.
Il film attuale sposta il racconto ai giorni nostri e FDR viene citato marginalmente solo all’inizio del film, come argomento di una lezione a scuola a cui partecipa Annie. Questa volta il miliardario si chiama Will Stacks, è un magnate dei telefoni e le minacce potenziali di uno stato interventista, presente nel fumetto originale, sono sostituite, nel presente racconto, da pericoli più insidiosi: l’azienda di Stack può controllare qualsiasi cittadino di New York, conoscendo tutte le loro conversazioni telefoniche degli ultimi dieci anni. Questi aspetti socio-politici sono in realtà molto attenuati, non c’è il dibattito serrato fra il miliardario e il presidente Roosevelt della versione originale ma una fotografia del potere dei media, in grado di determinare il successo o il fallimento di una campagna elettorale solo in base a motivazioni irrazionali ed emotive.
Molto maggiore attenzione viene invece dedicata alla piccola Annie, magnificamente interpretata da Quvenzhané Wallis, già vista in Re della terra selvaggia: la piccola orfana è in un certo modo, il catalizzatore etico del racconto. Il suo ottimismo di fondo, la sua incapacità di serbare rancore verso alcuno, finiscono per sciogliere la corazza di Will Stacks, che ritorna con la mente, grazie a lei, ai tempi in cui, povero, cercava anche lui la sua strada, ma anche quella di miss Colleen, che si mostra burbera solo perché è stata disillusa dalla vita e ha perso la fiducia in se stessa.
Bravo anche Jamie Foxx mentre Cameron Diaz, che ha accettato la parte quasi come esperimento per testare le sue capacità sonore e di ballerina, fornisce un’interpretazione sopra le righe.
Il racconto alla fine commuove, grazie soprattutto alla piccola star e il racconto si mantiene valido anche in questa versione ambientata al giorno d’oggi, ma la componente musical che risulta limitato, sia nelle coreografie che nei canti. Manca quel che di frizzante e di allegria esplosiva che ci si aspetta da un musical.
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Titolo Originale: Annie
Paese: USA
Anno: 2014
Regia: Will Gluck
Sceneggiatura: Will Gluck, Aline Brosh, McKenna, Emma Thompson
Produzione: Sony Pictures Entertainment,Marcy Media, Overbrook Entertainment
Durata: 118
Interpreti: Quvenzhané Wallis, Jamie Foxx, Cameron Diaz, Rose Byrne
Per info: http://www.familycinematv.it/