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“Trappo”, Sara e gli altri 1600. Anno 2015, giovani in cammino “in cerca di perdono”

Cronache dalla Marcia Francescana, che ogni anno porta tanti giovani a ripercorrere le orme di San Francesco

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Era un po’ preoccupato per i chilometri da percorrere. Di corporatura robusta ha dalla sua un grande sorriso e sottile ironia. “Trappo”, 18 anni ha imparato ad ottimizzare il suo zaino. Da portare? Il “minimo indispensabile”, come specificato dagli organizzatori. Ad incoraggiarlo lungo il cammino, Sara, 18 anni anche lei, poi Lorenzo, “Trezza”, Pino e tutto il gruppo giovani. “Sì perché alla fine la forza è anche nella comunità che sostiene, anima, supporta” spiega Michela la responsabile. Sono partiti in 20 da Ostia “in cerca di perdono”. A loro si sono uniti altri 1600 giovani, tra i 18 e i 32 anni, provenienti da tutta Italia e anche da Albania, Croazia, Slovenia ed Austria.

Che avranno mai fatto di male tanti ragazzi per affrontare 10 giorni di cammino, soste in alloggi di fortuna, sveglia alle 5, chilometri e chilometri di strada, magari sotto il caldo sole di agosto, tutto per ottenere, nel 2015, il “perdono”?

“Di male non ho fatto niente – scrive “Trappo” in chat – ma sono certo che fa male fa’ 160 km!” e aggiunge “la marcia francescana è un modo per capire ciò che è essenziale e imparare a vivere diversamente dal solito. E poi l’ arrivo è alla Porziuncola, voi mette?”.

“E’ un’occasione per ripensare a noi stessi, fare nuove amicizie, condividere i nostri attimi migliori” aggiunge Martina. E poi arriva Andrea a regalare un lungo pensiero: “Vedo questo viaggio come un chiedere scusa per esserci abbandonati alla quotidianità mondana, perdendo di vista i veri valori. Abbiamo tutto a portata di mano, ma spesso viviamo senza vivere. Il perdono? Non per aver fatto del male, ma per non essere riusciti a usare tutto quello che di buono Dio ci ha dato nella vita, un’occasione per tirar fuori i nostri talenti e riportarli nella quotidianità, per capire e far capire come utilizzarli al meglio e vivere una vita più serena, bella e condivisa”.

L’unico male è aver incontrato dei cristiani tiepidi o assolutamente scristianizzati o ancora adulti che hanno paura di vivere come tali” spiega Fra Francesco Piloni, dei frati minori di Assisi, responsabile della proposta. “Un male che gli viene addosso, riflesso da una cultura che ha paura di essere sale, luce, profumo. Questo il peccato: aver ricevuto una testimonianza poco saporosa”.

I ragazzi del resto il pacchetto lo conoscono bene: sveglia alle 5, colazione, poi alle 6 già in cammino. La prima ora e mezza in silenzio con meditazione sugli spunti ricevuti il giorno precedente. Nel contatto con la natura, la sfida: il rapporto con il proprio mondo interiore. “Una grossa fatica all’inizio – spiega Fra Francesco – perché non sono abituati al silenzio. Poi via via affiorano le domande profonde che si portano dietro. Alle 9 prima sosta con celebrazione delle lodi e breve catechesi francescana, ovvero come Francesco ha vissuto la sua ricerca di Gesù, Francesco giovane con le sue inquietudini e la sua ricerca. Quindi si riparte suddivisi in piccoli gruppi di 20, 30 con un frate ed una suora di riferimento e un santo custode!

Alle 13 altra sosta: canti, momenti di incoraggiamento, fraternità ed incontro, curati da un gruppo di ragazzi che la marcia l’ha già vissuta gli anni precedenti. “Provvederanno ai punti acqua lungo il cammino e offriranno testimonianze e diverse sorprese, a partire dai venti minuti di accoglienza dei gruppi all’arrivo nelle diverse tappe, con balli, canti e la sistemazione dei locali, perché un tempo i pellegrini erano accolti con gioia e motivo di festa per tutti”.

Dopo il pranzo, due ore di riposo. Alle 16:30 merenda e pellegrinaggio interiore: un’ora di catechesi legata al tema di quest’ anno “Cerco il Tuo volto”, attraverso la figura di personaggi biblici, icona del volto desiderato, incontrato, cercato.

Spazio ancora per il silenzio e celebrazione dell’eucarestia. Poi cena, a volte offerta dai vari paesi che accolgono e, in restituzione, testimonianze dei pellegrini che raccontano il perdono di Assisi e il loro cammino interiore. Infine alle 23 il silenzio.

Così, lungo la via, giorno dopo giorno prende corpo quel desiderio grande che animava San Francesco “li voglio mandare tutti in paradiso!”.
“Hai sbagliato nella vita? C’è qualcuno che ti ama così come sei! E quando i ragazzi attraverso l’essenzialità, la fraternità e le testimonianze, ne fanno esperienza, tutte le volte che non si sentono guardati da un Dio Giudice, allora incontrano Cristo vivo, ricevono perdono e misericordia, si riconoscono già su questa terra, beati”.

Tanti i momenti, i gesti, che raccontano questi miracoli: “A casa hanno tutto, stanza, vestiti, bagno”, spiega Fra Francesco “qui devono fare le file e hanno solo l’essenziale, ma mi confidano di sentirsi i padroni del mondo, scoprono nell’essenzialità la ricchezza vera, sperimentano che è possibile uscire dalla fede privata e condividerla con giovani in ricerca come loro”.

***

Dal 1216 ad oggi milioni di persone hanno varcato la “porta di vita eterna della Porziuncola” e vi si sono prostrate per sperimentare la misericordia e ricevere pace.

La marcia è nata nel 1980 in occasione dell’offerta tradizionale, da parte di una delle regioni d’Italia, a San Francesco dell’olio per la lampada che arde presso la sua tomba. Era la volta della Toscana e diversi giovani vollero ripercorrere a piedi il tragitto del suo ultimo viaggio, dal monte della Verna, dove era stato segnato con le stimmate, fino alla città di Assisi. Si aspettavano una trentina di giovani, ma se ne presentarono più di 100!

[Fonte: www.altrodadire.org]

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ZENIT Staff

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