La nostra società è sempre più caratterizzata da un profondo senso di egoismo che pervade tutti i settori. Ognuno accampa i suoi diritti, dimenticandosi dei propri doveri. La parola diritto viene interpretata come qualcosa che soddisfi i bisogni personali, senza considerare le necessità e il bene dell’altro.

Si può, tuttavia, considerare diritto qualcosa che offende il più debole? Possiamo parlare di diritto quando si calpesta la dignità dell’altro? I diritti possono essere svincolati dalle leggi della natura?

Ci sono molte altre domande che ognuno potrebbe porsi ma il cuore della questione è quella di associare la parola diritto non solo ai desideri personali ma anche al bene dell’altro.

Un classico esempio del nostro tempo storico è il capovolgimento del diritto tra genitori e figli. I bambini, essendo creature più deboli rispetto ai grandi,  hanno il diritto di essere allevati, tutelati ed educati secondo i bisogni naturali per una armoniosa crescita umana e spirituale.

Il principo fondante di ogni diritto è la verità. Quando si nega la verità si cancella il diritto del più debole. Oggi assistiamo al triste fenomeno dell’impoverimento dei diritti dei bambini, ai quali viene negato il diritto di non essere scartato quando la sua vita è nella fase embrionale, il diritto a nascere dal grembo materno in modo naturale, il diritto a non essere considerato merce di guadagno dalle organizzazioni che gestiscono la maternità in affitto, il diritto ad avere un padre e una madre.

L’edonismo, quale concezione filosofica che cerca esclusivamente il benessere e il piacere come bene sommo e come scopo primario della vita, ha prodotti effetti diversi da quelli desiderati, portando inquietudine nella vita presente e disperazione nella vita futura.

L’altro malanno dei nostri tempi è il relativismo, il quale ha destabilizzato tutte le verità fondanti della vita umana. Questa filosofia di pensiero considera tutto valido e nello stesso tempo tutto relativo, negando i principi assoluti. Viene negato il prinicipio fondamentale delle leggi della natura sulla vita, sulla famiglia e sul matrimonio. Viene negato anche il diritto ad avere un lavoro dignitoso, perchè la dignità dell’uomo è considerata un fatto relativo. Il relativismo conduce a considerare diverso il valore di ogni essere umano: solo chi produce ricchezza e occupa una posizione di rilievo nella società merita un adeguato rispetto e maggiori diritti umani.

Questa concenzione relativista è alla base della crisi economica e della crescente disparità tra le persone ricche e povere del nostro pianeta.

Il consumismo è un’altra piaga che offende gravemente i diritti dei più poveri, perchè è la diretta conseguenza della cultura dello spreco che priva del necessario i più deboli della terra.

Il consumismo conduce allo spreco, e lo spreco genera lo scarto. Il consumismo è la negazione della sobrietà e della condivisione, perchè afferma il falso diritto a possedere il superfluo e dimentica il dovere alla solidarietà. La solidarietà è un dovere per la società, perchè una nazione solidale fa rifiorire l’economia, evita la concentrazione di denaro nelle mani dei pochi, produce una maggiore circolazione di beni e conduce ad una crescita dei consumi.

L’ultimo flagello dei nostri giorni è il controllo dei mezzi di comunicazione che silenziano le vere esigenze dell’uomo, distraendo la popolazione dai veri problemi della quotidianità.

La cosa che soprende è la uniformità dell’informazione, che si manifesta quotidianamente da parte dei giornali e della televisione. La coincidenza delle scalette di programmazione dei telegiornali e dei titoli dei giornali lasciano intendere che molte testate d’informazione siano gestite da unici potentati trasversali.

La vicenda della difesa della famiglia tradizionale e della natura dell’uomo è un esempio eloquente. La famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna viene esclusa, derisa o emarginata dai servizi televisivi. Quando quotidianamente vengono organizzate manifestazioni a favore della richiesta di legittimazione dei diritti delle persone omosessuali, vengono riportate infomazioni lunghe e dettagliate, anche se riguardano la nazione più remota del nostro pioneta.

Coloro che difendono la famiglia naturale vengono etichettati come omofobi. Invece, se si attaccano i principi cristiani, la famiglia tradizionale e la realtà oggettiva della natura del’essere umano, nessuno osa pronunziare le parole cristianofonia, famigliafobia o naturafobia. Il mondo odierno usa la parola fobia e i cristiani soffrono da sempre la persecuzione, la quale è la stessa dall’inizio del cristianesimo ma, in ogni tempo storico, assume forme e connotazioni differenti, a seconda dell’ideologia dominante del momento.

Tanti paesi del mondo hanno la democrazia come sistema di governo ma la quasi totalità delle nazioni soffrono la dittatura del pensiero unico, il quale vuole imporre un’unica idea, attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione affiliati alle dominanti lobby globalizzate.

Un esempio attuale di questa colonizzazione ideologica è quella del gender. Se si dichiara di pensarla tradizionalmente e si rifiuta il pensiero ideologico del gender, si viene etichetatti come omofobi, una parola usata in maniera dispregiativa, che qualcuno vuol far diventare anche causa di condanna penale con relativo sconto di pena.

Questi quattro flagelli distruggono i diritti dell’uomo e sono la causa delle ingiustizie, delle diseguaglianza e delle sofferenze dei nostri tempi.

Il mondo moderno vuol escludere Dio dalla società e questa è la vera causa di tutte le sofferenze, le inquietudini e le insensatezze dei nostri giorni. Dove viene esaltata la grandezza di Dio, viene riconosciuta la dignità dell’uomo. Questa è la via da seguire, che conduce a riscoprire il valore dell’essere umano e aiuta a ritrovare il senso dell’esistenza.