San Filippo Neri

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San Filippo Neri: spirito di festosità e gioia

Ricorrono oggi i 500 anni dalla nascita dell'”Apostolo di Roma”. Papa Francesco: “Rifuggiva i toni foschi e accigliati, amava la spontaneità”

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Nasceva esattamente 500 anni fa a Firenze, il 21 luglio 1515, Filippo Neri. Detto l’apostolo di Roma, la sua figura giganteggia tra i Santi che fiorirono in Italia nel XVI secolo. È tra le strade e i vicoli della Città Eterna, del resto, che San Filippo Neri svolse il suo ministero improntato sulla carità, specie nei confronti dei piccoli indigenti che affollavano la Roma di quei tempi.

Un atteggiamento, quello di San Filippo Neri, che gli ha concesso un percorso esistenziale “profondamente segnato dal rapporto con la persona di Gesù Cristo e dall’impegno di orientare a Lui le anime affidate alla sua cura spirituale”, come ha ricordato papa Francesco lo scorso 26 maggio nel suo messaggio per il 500esimo della nascita del fondatore della Congregazione dell’Oratorio.

E proprio dell’Oratorio ha inoltre parlato il Santo Padre, definendolo “realtà ecclesiale caratterizzata da intensa e gioiosa vita spirituale: preghiera, ascolto e conversazione sulla Parola di Dio, preparazione a ricevere degnamente i Sacramenti, formazione alla vita cristiana attraverso la storia dei Santi e della Chiesa, opere di carità a favore dei più poveri”.

Ebbe poi una speciale vocazione nell’assistenza dei malati. Li visitava spesso negli Ospedali e fondò un Convalescenziario. Ebbe pietà per i malati di mente, fino ad allora abbandonati sui cigli delle strade, fondando l’istituto di Santa Maria della Pietà, primo del genere, divenuto poi un grande ospedale psichiatrico provinciale di Roma.

La sua paternità spirituale, osserva ancora Francesco, “traspare da tutto il suo agire, caratterizzato dalla fiducia nelle persone, dal rifuggire dai toni foschi ed accigliati, dallo spirito di festosità e di gioia, dalla convinzione che la grazia non sopprime la natura ma la sana, la irrobustisce e la perfeziona”. E ancora, prosegue il Papa: “Amava la spontaneità, rifuggiva dall’artificio, sceglieva i mezzi più divertenti per educare alle virtù cristiane, al tempo stesso proponeva una sana disciplina che implica l’esercizio della volontà per accogliere Cristo nel concreto della propria vita”.

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ZENIT Staff

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