Lettura
Matteo con il brano odierno termina i capitoli 11 e 12 riguardanti la manifestazione di Gesù come Messia. L’episodio, con molta probabilità, si svolge a Cafàrnao dove arrivano anche Maria e i “fratelli” di Gesù che vogliono poter parlare con lui, forse allarmati dal momento difficile della sua predicazione. La questione su Gesù, vero Messia, s’impone al discernimento dei discepoli di Giovanni Battista, difensori intransigenti di un giudice terribile (3,12); dei farisei tradizionalisti chiusi nella concezione del lecito e dell’illecito; degli scribi legulei che cercano i segni per giustificare il loro rifiuto.
Meditazione
Gesù mette sempre in questione l’uomo, tanto il credente, quanto l’incredulo. Lo hanno avvertito le folle che lo seguivano come quelli che erano in atteggiamento di aperta ostilità. Le tre categorie sopra ricordate sono oggi ancora vive e sussisteranno sino alla venuta finale di Cristo. Eppure Gesù non cataloga gli uomini, ma li chiama tutti a seguirlo personalmente e a mettersi alla sua scuola. Aspetta la nostra risposta sincera, senza condizioni o indugi, come si fa di fronte all’amore sincero e totalizzante. Aborrisce dalle mezze misure, tant’è che si può essere solo con lui o contro di lui. Dà il potere di far parte della sua famiglia a quelli che lo accolgono, che credono nel suo nome, generati non dalla carne, ma dallo Spirito, non per volere di uomo, ma da Dio (cfr. Gv 1,12-13). Questa è la volontà del Padre. Così si forma la famiglia di Dio nella quale ci si deve riconoscere e amare come “fratelli”. La fraternità, espressione forte dell’amore terreno, è la via concreta per essere parenti di Dio (cfr. Mt 5,44-48). Le inimicizie, gelosie, cattiverie, maldicenze, che serpeggiano anche tra i cristiani, scandalizzano i lontani; di questa grave contro-testimonianza dobbiamo sentirci responsabili. Per tale motivo Gesù ha insistito molto sull’amore e sul perdono dei nemici. Ci invita alla conversione sotto la protezione materna di Maria, «parte della Chiesa, un membro santo ed eccellente, superiore a tutti gli altri», come si legge in un discorso di sant’Agostino. È “santa” perché «fece la volontà del Padre e la fece interamente; perciò vale di più per essere stata discepola di Cristo anziché madre di Cristo» (Disc. 72A,7). La fede non è astrattismo, ma un rapporto vivo e personale con lui: chi più di Maria lo coltivò nel cuore?
Preghiera
Signore, tra razze, colori, culture, abitudini, temperamenti diversi e gerarchie a non finire… è difficile vivere da veri fratelli, a gomito a gomito, nella grande famiglia della Chiesa. Ma questa è la tua casa. Aiutami a essere un membro il più possibile buono e paziente, vicino a tutti.
Agire
Non dare corso ai sentimenti e agli atteggiamenti di esclusivismo, alle tentazioni di superiorità verso le persone che sento essere diverse da me.
Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it