Il giorno dell’apertura, chiunque si presentasse alla fiera munito di biglietto, era il benvenuto. Veniva accolto da un sorriso e da una grande scritta: “Benvenuto alla tua fiera”.
Aggirandomi per le strade adiacenti, osservo un impressionante allestimento di transenne, nastri, frecce: massima accoglienza. Quel “benvenuto” non solo ti fa capire che ti si accoglie, ma…ti si aspettava.
Perché “benvenuti alla fiera”? Perché “aspettati”? Perché tante agevolazioni? Perché questa impareggiabile accoglienza?
È subito detto: perché sei un cliente che “serve”; sei un visitatore che “dona”; sei un potenziale e reale “benefattore”. Infatti può entrare chiunque dal biglietto risulti dipendente d’una ditta interessata ai prodotti esposti. Sei un cliente “donatore”.
Istintivamente invece io tendo a fermare il passo a chiunque vuole entrare nell’alone della mia privacy, ad allontanarlo se lo giudico senza biglietto, se lo reputo “ladro” dei miei beni, “usurpatore” dei miei diritti.
Ma poi m’accorgo che tutti e ciascuno fanno parte della “ditta di Dio”. Allora sono tutti reali donatori, comunque si comportino nei miei confronti. I ladri e i predatori mi donano libertà da tanto e ingombrante superfluo; chi ammazza il mio “io” mi riempie di Dio; chiunque mi tolga la vita mi dona la inestimabile possibilità di vivere il vero amore donandogli la mia.
A chiunque allora il “benvenuto” del mio sorriso e la disponibilità di tutto me stesso. Tutti benefattori gli uni degli altri perché la ditta di cui facciamo parte ci ripaga “con una misura pigiata, scossa e traboccante”.
Ciao da p. Andrea
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